La marijuana Light ha ormai raggiunto un’altissima richiesta, a conferma che questo prodotto appartenga ad un settore in forte crescita nel nostro Paese, che sostiene centinaia di migliaia di lavoratori.
Nonostante questo la legge che regolamenta questo settore, non è chiara e ben delineata. La legge sulla cannabis light infatti è ancora alquanto lacunosa e con molti vuoti normativi. Nell’ultimo periodo, tra l’altro, si sono susseguite una serie di azioni, sentenze e provvedimenti che hanno aggiunto o sottratto qualcosa, alla normativa precedente già presente nel Bel Paese.
Legge sulla cannabis Light: il punto della situazione
La legge italiana sulla marijuana light è la 242/2016, entrata in vigore a gennaio 2017. Tale legge consente la coltivazione della canapa sativa depotenziata, ovvero geneticamente modificata affinché le quantità di THC siano inferiori allo 0,5%.
Tale limite è precauzionale in quanto, se superato, potrebbe determinare un effetto psicoattivo della pianta, dato appunto dal THC.
I coltivatori sono quindi autorizzati a produrre canapa e, con certificazioni e autorizzazione ad hoc, possono anche permettersi di commercializzarla.
Il testo di legge non utilizza termini specifici, non nomina infiorescenze, radici, foglie ecc… Proprio per questo ci sono importanti falle all’interno della norma n°242. Questa incertezza ha causato infatti una forte confusione e grandi discordie sulla marijuana legale in Italia.
Un’altra insicurezza riguarda gli utilizzi della canapa. Nella legge sono infatti presenti queste parole:
la coltivazione delle varietà di canapa di cui all’articolo 1, comma 2, è consentita senza necessità di autorizzazione. Dalla canapa coltivata ai sensi del comma 1 è possibile ottenere:
- Alimenti e cosmetici prodotti esclusivamente nel rispetto delle discipline dei rispettivi settori
- Materiale finalizzato alla fitodepurazione per bonifica di siti inquinanti
- Coltivazione dedicate alle attività didattiche e dimostrative nonché di ricerca da parte di istituti pubblici o privati
- Semilavorati, quali fibra, canapulo, polveri, oli o carburanti, per fornire alle industrie e alle attività artigianali di diversi settori, compreso quello energetico
- Materiale destinato alla pratica del sovescio
- Materiale organico destinato ai lavori di bioingenieria o prodotti utili per la bioedilizia
- Coltivazioni destinate al florovivaismo.
Florovivaismo
Da notare come la legge dica cosa possa essere ottenuto dalle coltivazioni, ma allo stesso tempo, come non escluda esplicitamente altri utilizzi. Importante poi soffermarsi sul termine “florovivaismo”. Questa pratica identifica l’attività professionale di produzione e vendita dei fiori recisi (tagliati) e di piante, all’interno di strutture specifiche, quali serre e vivai.
Fiori recisi e piante. Quindi, considerando quanto scritto e il significato di florovivaismo nella lingua italiana, la compravendita di fiori di cannabis non è considerata illegale. Infatti, fino a quando Salvini non ha mosso il sistema contro la cannabis light, le sentenze della Corte di Cassazione e la legge sulla cannabis, non remavano assolutamente contro la cannabis legale.
Legge sulla Cannabis: responsabilità del coltivatore
Secondo la legge n°242/2016 i coltivatori di marijuana light non corrono alcun rischio, se le piante sottoposte ad analisi, presentano percentuali di THC superiori a quelle consentite dalla normativa. Facendo attenzione a precisi particolari:
- Il coltivatore deve acquistare semi certificati a livello europeo, che generano piante con THC a norma di legge
- L’etichetta dei semi acquistati è obbligatorio conservarla per i successivi 12 mesi
Carabinieri e Guardia di finanza, a propria discrezione, possono effettuare dei controlli a campione, ma sempre e solo in presenza del coltivatore stesso. Qualora il THC superasse i limiti consentiti, le autorità possono sequestrare e distruggere la piantagione.
Utilizzo della marijuana light secondo la legge
Un altro vuoto normativo si presenta la dove la legge in questione non prende minimamente in considerazione l’utilizzo a scopo ricreativo della cannabis light. Non è né proibito, né consentito.
È sempre bene non rischiare ed evitare l’utilizzo di canapa light in luoghi pubblici. Essendo identica nell’aspetto, nell’odore e nel gusto a quella classica ricca di THC, si potrebbe incorrere in sanzioni amministrative e rischiare addirittura di dover seguire un programma di riabilitazione al SERT.
Da precisare che sulle confezioni della marijuana light è specificato, chiaramente, che il suo utilizzo è destinato esclusivamente al collezionismo e niente più di questo.
Sembra che risolvere le incertezze causate dal vuoto normativo non prema solamente agli operatori del settore. Anche in Senato si parla da diverso tempo di ottimizzare la normativa sulla canapa in Italia.
Il DDL 2019 sulla cannabis Legale
Nel 2015 il senatore Benedetto Della Vedova aveva avanzato la proposta di depenalizzazione e legalizzazione della cannabis light. La richiesta era stata avanzata in quanto studi hanno dimostrato che la marijuana risulta innocua, ma ugualmente sottoposta al controllo da parte di organizzazioni criminali.
Tanti altri Stati ne hanno fatto un punto di forza, quindi anche quello italiano potrebbe sfruttare al meglio la cannabis light per risollevare almeno in parte l’economia.
Da questo concetto è partito, molto probabilmente, il Decreto DDL Cannabis Legale 2019 promosso dal Movimento Cinque Stelle. Il provvedimento vuole rendere legale l’uso ricreativo della cannabis light, nonché la produzione e la possibilità di coltivare la cannabis in casa.
Così facendo, il Movimento Cinque Stelle, sostiene che sarà possibile sottrarre il predominio sulla cannabis al mercato nero e alle varie organizzazioni criminali che se lo contendono. Purtroppo l’Esecutivo è frenato dalla precedente propaganda anti-legalizzazione promossa da parte dell’ex Ministro dell’Interno Salvini (e non solo da lui).
Il 12 dicembre in Commissione di Bilancio è stato approvato, dopo un recente dietrofront, il sub emendamento che regolava e autorizzava il commercio di infiorescenze, radici e resina di cannabis light.