Cannabis, uno studio dimostra che la liberalizzazione non aumenta il consumo

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Come spesso succede, purtroppo, la politica non intercetta il pensiero dei cittadini.
Ancora una volta, gli studi pubblicati dimostrano come le politiche restrittive sull’utilizzo della cannabis non scoraggiano i giovani dal consumarla. Alcuni ricercatori dell’università del Kent, nel Regno Unito, secondo cui non ci sarebbe alcuna associazione tra i Paesi che hanno liberalizzato il consumo di cannabis e un tasso di utilizzo da parte degli adolescenti più elevato.
La ricerca si è basata sull’analisi di più di 100mila adolescenti in 38 paesi, tra cui Regno Unito, Stati Uniti, Russia, Francia, Germania e Canada. Il risultato è stato pubblicato sull’International Journal of Drug Policy e offre un’ulteriore conferma del fatto che non ci siano prove del legame tra politiche restrittive e una reale riduzione del consumo di marijuana.
“Il nuovo studio si aggiunge a molti altri che non mostrano alcuna prova dell’esistenza di un legame tra sanzioni più severe e un minore consumo di cannabis”, ha spiegato l’autore Alex Stevens. “Questa è un’informazione fondamentale per i governi che stanno cercando il modo migliore per affrontare la cannabis. I danni e i costi di imporre condanne penali per chi fa uso di questa sostanza non sembrano essere giustificati da una effettiva riduzione del suo consumo”.
Tra i i numerosi studi che hanno indagato su questa possibile associazione, esiste un sondaggio che supporta gli ultimi risultati ottenuti. Nel 2016 è stato commissionato un sondaggio della Washington University School of Medicine di St. Louis, condotto su 216mila adolescenti, pubblicato a Giugno dello stesso anno sul Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry. Il sondaggio ci dice che il numero di giovani che fanno uso della sostanza e quelli che presentano problemi legati al consumo di marijuana è in forte diminuzione, nonostante alcuni stati americani abbiano recentemente legalizzato o depenalizzato l’uso di questa sostanza.
L’unica questione aperta rimane la la questione legata ai problemi comportamentali di chi assume marijuana in età adolescenziale. Uno studio apparso sulle pagine del Journal of Clinical Psychiatry ha indagato se e come la memoria e l’attenzione variassero dopo aver smesso di fumare questa sostanza. Dai risultati è emerso che smettere di fumare la cannabis potrebbe migliorare sia la memoria che l’attenzione solamente dopo una settimana di astinenza da questa sostanza.