LA CANNA ORA SE LA FA ANCHE IL NONNO: BOOM DI CANNABIS TRA GLI ANZIANI

cannabis anziani

I nuovi over 65 lanciano un nuovo stile di vita: curarsi con la canapa.
Da sempre più avanzato a livello di legalizzazione della cannabis, gli Stati Uniti sono il paese dove sta nascendo una nuova generazione di consumatori.

Come spiega la New York University più di un milione e mezzo di over 65 hanno fatto uso di marijuana nell’ultimo anno ed è un fenomeno in continuo aumento.
Sono ormai noti i benefici della cannabis specialmente per tante delle malattie e disturbi che colpiscono le persone di una certa età. Gli effetti terapeutici dei cannabinoidi sono ormai evidenti per una grande quantità di patologie tipiche proprie della terza età, dalla lombosciatalgia al glaucoma, dalle alterazioni del sonno all’artrite, dal Parkinson alla demenza
La marijuana non è più quella sostanza trasgressiva che terrorizzava anni fa e veniva etichettata come il male del secolo. Ora viene vista con nuovi occhi grazie alla sua capacità di migliore notevolmente la qualità della vita.
Laguna Woods è una soleggiata località della contea di Orange, in California, dove da decenni si trasferiscono, una volta pensionati, molti anziani americani di ceto medio e medioalto. Non a caso questa è stata la prima città americana – nel 2008 – a offrire marijuana medica e qui è nato anche il Laguna Woods Medical Cannabis Club, un’associazione fondata da Lonnie Painter, 74 anni, pensionato ed esperto del settore “spinelli per anziani”.

È lo stesso Painter a spiegare che “Come collettivo abbiamo cominciato a offrire ai nostri membri Cbd, la parte più pura della pianta, già sette anni fa. Oggi posso dire di aver lavorato con centinaia e centinaia di anziani. Il nostro iscritto più vecchio ha 103 anni e l’ingresso nel collettivo è riservato a chi ne ha compiuti almeno 55”.

“Io la uso da quando ne avevo più o meno sessanta e ho cominciato a studiarne scientificamente gli effetti nel 2010. Quando sei vecchio, la cannabis ti può aiutare in molti modi. Io per esempio soffro di osteoporosi e artrite. Ho avuto anche un’operazione a una mano e grazie alla marijuana medica non ho mai avuto dolori. E, soprattutto, la mia condizione generale è ottima per la mia età” afferma tutto orgoglioso Painter.
Ogni mese Painter organizza per il suo club una conferenza dove vengono invitati a parlare diversi professionisti tra dottori, scienziati ed esperti del settore che affrontano tematiche specifiche relative ai trattamenti a base di marijuana specifici per gli anziani.
Quello che Painter afferma di temere oggi però è l’eccessivo successo industriale della cannabis, che sta portando sul mercato “prodotti di varie marche sui cui ingredienti noi non abbiamo alcun controllo mentre finora al Club si è sempre consumato la marijuana locale, da noi coltivata e testata”.
Painter si riferisce all’approvazione della Proposition 64, conosciuta come The Adult Use of Marijuana Act, che in California ha legalizzato l’erba e che ha portato molte compagnie farmaceutiche a sperimentare prodotti a base di cannabis riservati agli anziani.
Come dice Eloise Theisen, oncologa e cofondatrice di Radical Health, studio medico specializzato nella terapia a base di marijuana con sede a Walnut Creek, sempre in California “Ci sono sempre tanti fattori di rischio da considerare negli anziani, in particolar modo l’interazione con gli altri farmaci che i senior spesso devono prendere” che non rendono l’assunzione facile per tutti come si potrebbe supporre. È per questo che Theisen consiglia sempre di affiancarsi a professionisti che possono aiutare nel percorso scelto.
Come Painter, anche la dottoressa Theisen ormai ha lavorato con migliaia di anziani e può affermare che “Di solito la terapia a base di marijuana è un po’ l’ultima spiaggia a cui i malati si rivolgono. Cercano la cannabis dopo aver sperimentato varie cure contro il dolore, l’insonnia e l’ansia o per alleviare alcuni sintomi legati al Parkinson e all’Alzheimer”.
Nella maggior parte dei casi, assicura la dottoressa, il tremore e la rigidità fisica di chi ha il Parkinson diminuiscono con una buona terapia a base di cannabinoidi mentre per quanto riguarda l’Alzheimer il problema è il dosaggio: ogni corpo risponde in modo diverso in base ai geni, al genere e all’interazione con altre medicine assunte regolarmente. È fondamentale quindi non improvvisarsi curatori di se stessi.
Mentre in Italia siamo ancora all’apertura di negozi di canapa e si conquista a fatica la legalizzazione, vi sono altri paesi come gli Stati Uniti che portano avanti importanti studi di settore per dare la possibilità alle persone di scegliere una via differente di cura da quella conosciuta tradizionalmente. In Israele infatti è nata una clinica, NiaMedic, che fornisce terapie basate sulla marijuana per la cura esclusiva di anziani, con un approccio olistico come spiega Alon Blatt, direttore dello sviluppo del business della stessa.
“Il nostro obiettivo è quello di integrare la terapia a base di marijuana all’interno di una cura più completa, che include anche metodi classici. Abbiamo anche un team di farmacisti che studiano l’interazione fra le medicine tradizionali e la marijuana. Così la somministrazione varia da paziente a paziente, ma ciò che accomuna ogni programma è il micro-dosaggio, fondamentale per comprendere come rispondono alla cura i ricettori presenti nel sistema endocannabinoide, uno dei più importanti per lo sviluppo e mantenimento dell’omeostasi nel nostro organismo. Noi cominciamo sempre con una dose di dieci milligrammi che poi viene a mano a mano aumentata in base alla risposta dei pazienti”.
L’ostacolo culturale nel nostro Paese ci vede ben lontani da una realtà del genere. Sono pochissimi i farmaci a base di marijuana che si possono comprare in Italia sotto esclusiva prescrizione medica. Un esempio è

l’Fm2, basato sull’erba coltivata dallo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze e consigliata per la terapia del dolore in caso di sclerosi multipla, lesione del midollo spinale o per placare i sintomi dovuti a chemioterapia, radioterapia o terapie per HIV.
Queste limitazioni non sembrano però demoralizzare i consumatori che aumentano a livello generale e crescono in particolare quelli over 60 che diventano clienti dei negozi di cannabis light dove trovano prodotti ovviamente più scarsi a livello terapeutico ma ottimi per rilassarsi, prendere sonno e lenire piccoli dolori.
La decisione della Cassazione di qualche settimane fa apre uno spiraglio, depenalizzando la coltivazione in casa o in giardino per uso personale di cannabis. Ora sui balconi accanto agli amati gerani potranno spuntare anche altre piante.