L’editoria, e la carta in canapa

L’editoria, e la carta in canapa

Si pensa erroneamente che la scoperta di tutte le virtù della canapa sia un fatto recente. Così non è, anche per quel che concerne l’editoria e la carta in canapa. Oggi scopriremo tutti i vantaggi che questa pianta può apportare nel settore della stampa, ma dobbiamo fare una doverosa premessa.

La canapa è stata già al centro di questo settore molti secoli or sono, e vale davvero la pena ripercorrere i suoi esordi.  Per quale ragione? La canapa è stata utilizzata già nel 1453 per stampare il primissimo libro creato con la tipografia a caratteri mobili.

La prima Bibbia è stata stampata sulla carta in canapa

Nel 1453 accadeva qualcosa di rivoluzionario. La Bibbia, un testo sacro legato esclusivamente ai luoghi di culto, veniva messa a disposizione delle persone – sempre e comunque una ristretta cerca – per una lettura privata e domestica del libro più importante del periodo.

Perché ne stiamo parlando? In parte, perché è stato proprio grazie alla stampa a caratteri mobili, se è nato il mondo dell’editoria. Prima di allora, i testi venivano scritti a mano, ed erano riservati alle cerchie del potere.

Ma la cosa oltremodo importante è che, per il supporto cartaceo della stampa della Bibbia, sia stata scelta proprio la carta in canapa. La notizia è una vera e propria scoperta nella scoperta. Perché, quando si parla della tipografia di Johannes Gutenberg, ci si dimentica sempre di parlare del supporto utilizzato.

La canapa era foriera a sua volta di un’altra grande “scoperta”. Infatti, questa poteva sostituire la più scomoda pergamena, e garantire una morbidezza, una duttilità di utilizzo, perfettamente in sintonia con le necessità di scrittura legate allo sfogliare il libro.

Quindi, già nel 1453, la fibra di canapa veniva preferita e scelta dalla prima forma di editoria del tempo, quella di una tipografia primigenia, che avrebbe riscritto per sempre le culture di tutto il mondo. La Bibbia, pubblicata allora in carta di canapa, dava così avvio alla pratica della lettura privata: una vera e propria trasformazione sociale.

La carta di canapa in Italia

Un dettaglio non secondario, sempre relativamente alla carta di canapa, è che tutta la carta utilizzata per le 140 copie tipografiche della Bibbia del 1453, proveniva dall’Italia. Possiamo fin da ora evidenziare proprio questo aspetto: fino al 1900, l’Italia è stata una delle più grandi produttrici di carta di canapa.

La battuta d’arresto è arrivata, in realtà sono a seguito della maggior conoscenza della pianta, dal punto di vista della sua capacità oppiacea. Verso la metà del ‘900, infatti, una sorta di potente proibizionismo ha impedito alla canapa di continuare ad essere impiegata per il settore della carta e dell’editoria.

Va detto che, allora, non era ancora possibile intraprendere la via della canapa legale. Questa, è di certo una rivoluzione odierna e una conquista che la cannabis ha potuto raggiungere nel tempo. Ma, l’altra grande “rivale” della carta in canapa, è stato di certo l’alto consumo di cellulosa.

Oggi, per fortuna, soprattutto in virtù dei grandi progressi ottenuti, proprio attraverso la canapa legale, è possibile tornare a parlare di canapa per l’editoria. Ricordiamocelo, però. Non si tratta di una scoperta dei tempi moderni anzi. Potremmo piuttosto dire che si tratti di un ritorno alla gloria del tutto meritato.

L’azienda cartacea che utilizza la carta in canapa

Se oggi la canapa è tornata – seppur ancora in punta di piedi – nel mondo dell’editoria, lo si deve di certo ad una cartiera di origine tedesca di nome Hahnemüle. Ne abbiamo notizia grazie all’attivista Maren Krings, che, di recente, ha proprio dedicato un libro alla cartiera tedesca, raccontando il suo caso come un vero e proprio unicum.

Si tratta di una storia da conoscere e da tutta da seguire. Per questo motivo è possibile cercare il libro di Maren Krings “H is for Hemp”. La Krings ne parla raccontando tutti i perché della carta in canapa, a favore della salvaguardia del nostro pianeta e, i vantaggi di questa scelta, meritano davvero di essere menzionati nel dettaglio.

Tutte le motivazioni per cui preferire la carta in canapa

La carta in canapa può contribuire a salvare il nostro pianeta, eliminando il problema dell’eccessivo abbattimento degli alberi. Si tratta infatti di una filiera virtuosa – quella della canapa, coltivata anche a favore dell’editoria – che può ridurre gli impatti della stampa su carta.

Questa, è la prima ottima motivazione per cui accogliere volentieri la trasformazione innescata dalla carta in canapa. In questo momento, però, la produzione della carta in canapa si trova ad un’impasse molto importante.

Il sistema di produzione e realizzazione, proprio per il suo alto tasso di innovazione, è ancora troppo costoso e non sufficientemente normalizzata all’interno delle filiere produttive della carta.

Sono tempi, questi, in cui sarebbe necessario investire su una scelta consapevole, anche con grandi numeri, per invertire definitivamente la rotta di produzione della carta.

La carta in canapa non è di minor pregio, rispetto alla carta tradizionale. Si tratta infatti di una pianta da cui nasce una carta robusta e perfettamente adatta alle necessità di stampa.

Chi investe nella carta di Canapa

Gmund è il nome di un’altra grazie industria che sta investendo nella produzione di carta in canapa, trasformando la filiera produttiva destinata al settore dell’editoria. Ci troviamo sempre in Germania, un Paese, questo, che negli anni ha saputo mostrarsi intelligente e virtuoso, di fronte alle opportunità produttive elargite dalla canapa.

In Italia, il tentativo di sostituire la cellulosa con la carta di canapa è ancora timido, ma delle interessanti situazioni a favore ce ne sono. Fabriano ha già avviato la sua produzione di carta in canapa, rigorosamente fatta a mano. Non solo. Alcuni maestri artigiani, legati alla produzione della carta, hanno intrapreso la via di una piccola produzione con un buon riscontro.

La carta in canapa deve ancora esprimere tutte le sue potenzialità, e raggiungere una buona diffusione, certo. Ma le premesse per il successo ci sono, e sono tutti quei dati alla mano che la mostrano in netto vantaggio rispetto alla cellulosa, quando si parla di tutela dell’ambiente. Forza, allora! Che il cambiamento prenda piede.