Dopo un lungo percorso di revisione e ricerca, durato molti anni,. in questi giorni, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha chiesto la rimozione della cannabis dalla lista delle sostanze più pericolose.In questo modo l’istituzione ha riconosciuto legittimo l’uso terapeutico di cannabis e cannabinoidi, in contrasto con la posizione del 1954 che incitava “sforzi verso l’abolizione della cannabis da tutte le pratiche mediche settime”.
Con questo documento l’OMS raccomanda la rimozione della sostanza dalla tabella IV della convenzione unica sugli stupefacenti del 1961—la tabella contiene le sostanze dannose e a uso terapeutico ridotto—e l’inserimento nella tabella III della stessa convenzione, quella cioè delle sostanze “con valore terapeutico e basso rischio di abuso.”
Questo clamoroso cambiamento è stato accolto da molte associazioni, tra cui come le italiane Forum Droghe, La Società della Ragione, Fuoriluogo e Associazione Luca Coscioni, in modo molto positivo, parlando di un importante passo in avanti “nella politica internazionale della cannabis e una chiara vittoria delle prove scientifiche sull’ideologia.”
Altre associazioni, pur parlando di uno sviluppo significativo, hanno avuto una reazione più tiepida. Per Martin Jelsma del Transnational Institute, l’Oms non si è spinta abbastanza in là; non ha, infatti, rimosso la cannabis da tutte le tabelle. Pavel Pachta, direttore dell’Istituto Internazionale della Cannabis e dei Cannabinoidi della Repubblica Ceca, ha detto che la raccomandazione potrebbe comunque essere “una delusione per i sostenitori dell’uso ricreativo.”
Ora la Commission on Narcotic Drugs dell’Onu dovrà approvare il parere dell’Oms con un voto a maggioranza semplice. La decisione era inizialmente prevista per il marzo 2019 ma è probabile che il voto finale slitti al marzo del 2020.
Incrociamo le dita!