Può la cannabis sativa curare gli attacchi di panico e i disturbi d’ansia? La risposta è sì.
Secondo le prime ricerche scientifiche, tra i numerosi impieghi per il trattamento di condizioni patologiche anche gravi, il cannabidiolo-CBD potrebbe essere efficace per trattare i sintomi provocati dall’ansia. Ma non solo: alcuni medici italiani già lo prescrivono ai propri pazienti come metodo per superare le crisi; eppure, solo le farmacie autorizzate hanno il permesso di venderla e, purtroppo, il numero è ancora troppo basso sul territorio nazionale.
Antinfiammatorio, immunomodulatorio, neuroprotettivo, anticonvulsivo ed ansiolitico: grazie alla sua natura non psicoattiva e con basso contenuto di THC, da alcune sperimentazioni è emerso come il CBD induca un senso di calma riducendo i sintomi dell’ansia grazie alla capacità del cannabidiolo di interagire con alcuni ricettori presenti nel nostro corpo.
Se attualmente la cannabis terapeutica è gratuita per chi soffre di dolori cronici dovuti a patologie gravi come sclerosi multipla, o persone che si stanno sottoponendo a cure chemioterapiche, per quanto riguarda i disturbi legati ad attacchi di ansia e panico la cannabis sativa può essere prescritta solamente a pagamento e solo qualora i farmaci tradizionali non abbiano funzionato. Incredibile per non dire assurdo se si pensa che, come detto in più occasioni, i CBD sono naturali e forniscono maggiori benefici dei farmaci creati in laboratorio dalle industrie chimiche. Pochi sanno addirittura che l’applicazione dei cannabinoidi si è diffusa anche in campo veterinario per curare cani e gatti anziani, o che soffrono di malattie quali artrosi ed epilessia.
Eppure parlare di cannabis legale e cannabis terapeutica in Italia resta ancora un tabù o, peggio ancora, chi ammette di farne uso viene quasi disprezzato.