Scrigno Silicone: contenitore antiaderente in silicone con chiusura a scrigno. Per un’ottima conserva di materiali “appiccicosi”.
CURIOSITA’:
La vaporizzazione, quando si parla di cannabis, è una delle alternative più diffuse al fumare tramite combustione e una delle più salutari dal punto di vista dell’apparato respiratorio. Vaporizzando, infatti, l’erba non viene bruciata, ma scaldata, e non viene inalato fumo, ma solo vapore acqueo.
Si fa presto, però, a parlare di vaporizzazione. La realtà è che non esiste un unico metodo, ma in commercio sono disponibili vaporizzatori basati su principi differenti: a conduzione e a convenzione. Facciamo un po’ di chiarezza.
Conduzione o convezione: le differenze
Quando si parla di vaporizzatori a conduzione, si parla di strumenti che permettono di scaldare l’erba attraverso il contatto con la superficie calda, un po’ come accade in cucina con pentole e padelle.
Quando si utilizzano questi strumenti, quindi, la fonte di calore e la cannabis sono in contatto diretto ed è proprio per questo motivo che più la camera del vaporizzatore sarà piena, migliore e più uniforme sarà la distribuzione del calore. Ultimo, ma non meno importante, la macinazione della cannabis, che renderà più efficace l’intero processo.
Nei vaporizzatori a convezione, invece, la cannabis non viene scaldata attraverso il contatto diretto con le pareti dello strumento, ma attraverso il passaggio dell’aria calda generata da una fonte di calore posizionata più in basso. In questi strumenti, infatti, l’erba è solitamente appoggiata su una grata o su un filtro e non c’è un contatto diretto con la sorgente di calore.
È proprio il suo particolare funzionamento a garantire una qualità più elevata del vapore, una caratteristica che, però, causa spesso dei prezzi di mercato più elevati.
A differenza dei vaporizzatori a conduzione, in questo caso è sconsigliato tritare o macinare la cannabis, mentre è buona pratica comprimerla Continua a leggere…