CBD, drug test e analisi del sangue: come devo comportarmi?

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Il CBD, o cannabidiolo, è un cannabinoide della cannabis riconosciuto per le sue enormi proprietà terapeutiche, che, contrariamente al THC, non vanta effetti psicoattivi, motivo per cui non viene ricercato dalle classiche analisi. Tuttavia, con la vendita esponenziale di prodotti a base di CBD, dalle infiorescenze di cannabis light all’olio, è lecito domandarsi se l’uso massiccio di questa sostanza potrebbe concorrere attivamente e far risultare un test antidroga positivo.

Come funziona un test antidroga

Che sia il vostro datore di lavoro o un agente di polizia a chiedere di sottoporvi a un’analisi di controllo è molto importante conoscere le metodologie più comuni e quali sostanze vengano ricercate. I tre test antidroga più comuni sono:

  1. test della saliva: è il metodo più economico, veloce e meno invasivo per testare la presenza di cannabinoidi. Ci vogliono pochi secondi, ricercano il THC stesso e per avere i risultati bisognerà aspettare circa 24 ore;
  2. test delle urine: contrariamente alle prime, le analisi delle urine ricercano il THC-COOH, un metabolita che il nostro organismo metabolizza partendo dal THC, che permane all’interno dello stesso per un periodo di tempo maggiore rispetto alla molecola intatta;
  3. analisi del sangue: meno comuni per il costo più elevato, anche le analisi del sangue ricercano il THC

Qual è la soglia di rilevamento del THC?

Sebbene possa variare in base al Paese e all’organizzazione, per risultare positivo a test delle urine i livelli di THC-COOH devono essere uguali o superiori a 50 ng/ml, per i test salivari scende a 25 ng/ml e, infine, per le analisi del sangue, che generalmente vengono eseguite solo in caso di sospetti, ricercano valori complessivi di THC nel sangue pari o superiori a 5 ng/ml.

Il CBD può causare un falso positivo?

Anche se il CBD è una sostanza che non ha effetti psicoattivi, quindi non viene ricercata da alcun test antidroga, i prodotti ricchi di CBD vantano anche percentuali di THC, che, in genere, non superano lo 0,5%. Quantità così irrisorie da non generare alcun effetto ma che, sfortunatamente, se consumate in maniera regolare, potrebbero portare al rivelamento del THC. 

Per tale motivo, specialmente se all’orizzonte è previsto un test antidroga, è sempre meglio verificare che i prodotti di CBD che stiamo acquistando rispettino i regolamenti vigenti e che, di conseguenza, non vi causino problemi. Come fare?

  1. Fare ricerche preliminari: viviamo in un mondo in cui tutte le informazioni essenziali di cui necessitiamo sono facilmente disponibili online. Quindi, prima di fare qualsiasi acquisto, assicuriamoci di rivolgerci a fonti legittime, controlliamo la purezza del prodotto e la possibilità di contaminazione, infine, leggiamo le recensioni dei clienti, che possono essere estremamente preziose nell’aiutarci a prendere una decisione;
  2. leggere l’etichetta: trovata una fonte affidabile da cui rifornirsi, apprestiamoci a controllare i numeri di lotto, i numeri del carico e i campioni dei lotti che vengono conservati. Dopodiché, rivolgiamoci al personale incaricato per sapere se: il prodotto che stiamo per consumare proviene da piante condizionate in modo da contenere pochissimo THC o se utilizzano dei sistemi per eliminare completamente la sostanza;
  3. optare per i cristalli di CBD: prodotti che vantano circa il 99% di CBD e il restante 1% solitamente costituito da terpeni. Per questa ragione, i cristalli di CBD sono molto popolari fra coloro che devono sottoporsi frequentemente a test antidroga;

L’olio di CBD contiene THC?

Assicurarsi una fonte sicura che vi garantisca che l’olio di CBD sia privo di THC o ne contenga il limite garantito dalla legge, così da non essere rilevato in un test antidroga, è indispensabile prima di procedere con l’acquisto. È bene anche specificare le diverse formule di CBD disponibili sul mercato così da evitare fraintendimenti:

  • CBD isolato: un prodotto che non contiene altro che CBD;
  • CBD ad ampio spettro, che include una maggiore selezione di cannabinoidi, ma non il THC;
  • CBD a spettro completo, che contiene tutti i cannabinoidi compreso il THC, sempre entro i limiti imposti dalla legge;

Come controllare i livelli di THC nell’olio di CBD

Ci sono principalmente due modi per verificare l’integrità e i livelli di THC di un qualsiasi prodotto con CBD: il primo sarebbe affidarsi a laboratori privati per svolgere direttamente dei test (un’alternativa tanto valida quanto costosa economicamente che però vi garantirà sicurezza assoluta e annullerà il rischio di risultare positivi a un test antidroga), il secondo metodo sarebbe preferire produttori che espongono pubblicamente i loro risultati. 

La documentazione delle analisi realizzate sui diversi prodotti CBD potrebbe variare da laboratorio a laboratorio, nonostante ciò, per controllare rapidamente e in maniera efficace basterà controllare le seguenti specifiche:

  • Composti presenti;
  • percentuale dei rapporti;
  • credenziali di laboratorio;
  • numero del campione e del lotto.

Il CBD può convertirsi in THC nel corpo umano?

Internet dà a tutti la possibilità di scrivere e pubblicare contenuti. Accessibilità che alcune volte si trasforma in una lama a doppio taglio, poiché spesso si diffondono a macchia d’olio notizie poco veritiere, come la possibilità che il CBD si possa convertire in THC.

Tutto è probabilmente iniziato con due studi in vitro. Il primo ha mostrato che, se miscelato con fluido gastrico simulato privo di pepsina (il principale enzima digestivo presente nello stomaco umano), il CBD si converte in THC ad un tasso di quasi il 3%. Allo stesso modo Il secondo studio ha visto dei ricercatori che hanno mescolato il CBD con del liquido gastrico senza enzimi in una provetta per tre ore. Dopodiché hanno esaminato il campione utilizzando la gascromatografia e la spettrometria di massa ed hanno scoperto che quasi il 98% del CBD si era degradato, lasciando principalmente il THC.

Tuttavia, diversi studi in vivo hanno tentato di replicare questi risultati ed hanno fallito. Come questo studio condotto da GW Pharmaceuticals, che ha somministrato 1,5mg/kg di CBD per peso corporeo ogni giorno a dei maialini nani, una dose estremamente alta per questi animali considerando che la maggior parte degli esseri umani assume tra 10 e 20 mg di CBD al giorno.

Per l’esperimento sono stati scelti dei maialini nani in quanto il loro tratto gastrointestinale è molto simile a quello degli esseri umani. Dopo cinque giorni, i ricercatori hanno analizzato campioni di plasma sanguigno degli animali, trovandoli privi di THC, dimostrando che i risultati dei primi studi in vitro erano poco precisi poiché il test sul CBD erano stati eseguiti al di fuori del tratto digerente, con fluidi gastrici simulati e non perfettamente simili a quelli presenti nel corpo umano.

Per quanto tempo è possibile rintracciare il THC nell’organismo?

Dipende, dalla frequenza con cui assumiamo cannabis e dal test a cui verremo sottoposti.

Test delle urine

Partendo dal più comune, i metaboliti del THC sono rilevabili in un test delle urine per: 3 giorni nei consumatori occasionali (da una a tre volte a settimana), per 5–7 giorni in caso di consumo moderato (quattro volte a settimana), dai 10 ai 15 giorni nei fumatori cronici (consumo giornaliero), ed oltre 30 giorni per un consumo cronico pesante (più volte al giorno).

Test salivari

Come anticipato, queste analisi ricercano il THC stesso che sarà rintracciabile da 1 a 3 giorni nei consumatori occasionali e fino a 29 giorni nei consumatori cronici.

Analisi del sangue

Per le analisi del sangue la situazione è molto simile alla precedente, poiché il THC verrà rilevato nell’organismo per 1-2 giorni dall’ultimo utilizzo per i consumatori occasionali e fino a 25 giorni per chi fuma marijuana assiduamente.

Analisi del capello

Dalle analisi del capello è impossibile sfuggire, in quanto, da una ciocca di appena 3-4 cm è possibile individuare consumi risalenti fino a 3 mesi prima. Nel caso che i capelli non raggiungano i 3 cm di lunghezza, i peli necessari vengono prelevati dalla zona ascellare o pubica che, crescendo più lentamente, garantiscono analisi ancora più approfondite.

Tutti i modi per smaltire il THC più velocemente

Nonostante sempre più Paesi si stiano muovendo verso la legalizzazione della cannabis e l’accettazione verso questa pianta stia aumentando esponenzialmente, risultare positivi a un test antidroga in uno Stato proibizionista che ancora non accetta la realtà, ossia che la cannabis è una risorsa preziosa e non va criminalizzata, può creare spiacevoli inconvenienti, come la perdita del lavoro o il ritiro della patente. Ecco perché è imprescindibile conoscere i migliori rimedi per smaltire il THC più velocemente ed eludere un test antidroga.

Fare attività fisica

Lo sport è una medicina naturale sia per il corpo che per la mente che ci aiuterà nella nostra missione di risultare negativi. Perché? Come spiegato, il THC viene scomposto in metaboliti dal fegato che si accumulano nelle cellule adipose. Fare attività fisica e ridurre la massa grassa velocizza lo smaltimento dei metaboliti nelle urine e abbassa quindi le possibilità che il THC sia rilevato. Un procedimento implementato dalla sudorazione dovuta all’allenamento. Ma attenzione. È fondamentale fermare gli allenamenti pochi giorni prima dell’esame, poiché potrebbe generare risultati opposti a quelli cercati.

Bere tanta acqua

Bere tanta acqua nelle 24 ore prima di un test è tra i metodi casalinghi più conosciuti e attuati dai consumatori. L’obiettivo è ingerire tanti liquidi così da diluire l’urina e abbassarne le concentrazioni di THC. Tuttavia, molte analisi tengono conto anche del colore, dell’aspetto e della percentuale di creatina. Un dato troppo basso è la prova di un campione diluito, che porta inevitabilmente alla ripetizione del test. Possiamo provare a rimediare mangiando carne rossa nei giorni precedenti all’esame, così da riequilibrare nuovamente le quantità di creatina.  

Assumere dello zinco

Uno studio ha dichiarato che lo zinco può essere efficace per eludere un test antidroga, poiché interferisce con il rilevamento dei metaboliti del THC nelle urine restituendo un falso negativo. Per lo più, la ricerca ha sottolineato che non è stato ancora individuato un metodo per rilevare lo zinco nel campione d’urina analizzato.

Prediligere cibi ricchi di fibre

Le fibre migliorano il funzionamento e velocizzano il tratto intestinale, riducendo il tempo di permanenza delle sostanze tossiche. Nel caso dovessimo sottoporci a un test antidroga i cibi ricchi di fibre (cereali, legumi, verdure) devono occupare un posto d’onore nella nostra dieta perché aiutano ad espellere i metaboliti del THC dall’intestino piuttosto che dalle urine.

Attento alla pipì da consegnare

È il giorno del test, c’è un’ultima cosa che possiamo provare: assicuriamoci di non consegnare le prime urine del giorno, sono le più sporche e contaminate di metaboliti. Stessa cosa quando stiamo urinando, cerchiamo di non mettere nel raccoglitore né l’inizio né la fine dell’urina.

Emergenza test: prova con un purificatore

Ci è stato comunicato un esame imminente e non abbiamo il tempo di provare i metodi sopraelencati? L’unica ancora di salvezza è un purificatore ideato appositamente per smaltire il THC. Un concentrato naturale di spezie e piante conosciute per le loro proprietà depurative e purificatrici. Depuratore ad azione rapida perfetti per le emergenze.

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