Sono più di 100 i cannabinoidi prodotti dalla pianta di cannabis. Sostanze chimiche che interagiscono naturalmente con il nostro sistema endocannabinoide. Tra questi, al centro di numerose ricerche scientifiche, troviamo il CBD che, per le sue innumerevoli proprietà, si è dimostrato efficace in ambito terapeutico. Impariamo cos’è, i suoi benefici che non si limitano all’essere umano, i diversi metodi di somministrazione, la differenza con il THC e i suoi possibili effetti collaterali.
Cos’è il CBD
Isolato per la prima volta nel 1942 dal chimico statunitense Roger Adams, il CBD, o cannabidiolo, è un fitocannabinoide presente nella cannabis. Pianta appartenente alla famiglia delle Cannabaceae, che già veniva impiegata migliaia di anni fa nella medicina cinese come rimedio naturale per la cura di diverse patologie.
La sua scoperta quindi è tutt’altro che recente, tuttavia, visto il proibizionismo sfrenato che ha colpito il mondo intero e ci ha privato a lungo di una così valida risorsa, i suoi benefici sono rimasti a lungo sconosciuti. Oggigiorno però, la pianta di canapa sta lentamente rinascendo ed occupando, grazie ai suoi infiniti utilizzi, un posto sempre più centrale nella nostra vita.
Dalle note proprietà curative, il CBD, a differenze dei farmaci largamente utilizzati per il trattamento delle medesime patologie, non crea alcuna dipendenza né fisica né psicologica. È un composto completamente sicuro e naturale, da non confondere con il THC, due sostanze molecolarmente simili ma che presentano sostanziali differenze.
La differenza tra CBD e THC
Caratterizzati da una composizione molecolare simile e ambedue fitocannabinoidi presenti nella cannabis dimostratisi validi in ambito terapeutico, THC e CBD si differenziano sia per effetti che per il modo in cui interagiscono con i recettori del sistema endocannabinoide.
Il primo (THC) si lega specialmente ai recettori CB1 situati nel sistema nervoso centrale, formato da cervello e midollo spinale e, per tale motivo, vanta effetti psicotropi, il cosiddetto “sballo”. Il secondo (CBD) invece non ha effetti psicoattivi ed interagisce principalmente con i recettori CB2 presenti nei sistemi periferici, in particolare quello immunitario. Il CBD inoltre può interferire con l’azione del THC riducendone la psicoattività.
Come interagisce il CBD con il nostro sistema endocannabinoide
Scoperto nel 1993, il sistema endocannabinoide è un complesso biologico composto da endocannabinoidi (cannabinoidi endogeni simili ai fitocannabinoidi della cannabis), recettori CB1 e CB2 ed enzimi, che regola diversi processi biologici e cognitivi, tra cui: l’appetito, il dolore, l’umore, il sonno, la memoria e il sistema immunitario.
Il sistema endocannabinoide è infatti incaricato al mantenimento dell’omeostasi, ossia la capacità di un organismo di autoregolarsi e conservare in maniera integra il proprio equilibrio: se questo sistema subisce uno squilibrio e non funziona più regolarmente, sia corpo che mente ne sentiranno le conseguenze.
Ed ecco che interviene il CBD. Quest’ultimo, agendo sul sistema immunitario o indirettamente su un processo infiammatorio, funge da modulatore e va a ripristinare l’equilibrio originario del sistema endocannabinoide, evidentemente messo a dura prova da patologie o traumi subiti, garantendo il corretto funzionamento dell’organismo.
Le proprietà terapeutiche del CBD
Il CBD sta riscuotendo così tanto successo per via delle sue proprietà curative, ampiamente sostenute dalla ricerca scientifica e sempre più apprezzate dai suoi consumatori. Vediamone di seguito alcune:
- antinfiammatorie e analgesiche: il CBD viene impiegato sia per trattare il dolore occasionale che per il dolore cronico, in particolare sia cronico provocato da un’infiammazione, che cronico di natura neuropatica;
- ansiolitiche: è ampiamente dimostrato come il CBD possa mitigare l’ansia e ridurre sia i sintomi legati al Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS) che al Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC);
- antipsicotiche: diverse prove scientifiche suggeriscono che il cannabidiolo può rivelarsi efficace per trattare la schizofrenia e altri problemi di salute mentale;
- neuroprotettive: grazie al suo potere antinfiammatorio, il CBD riduce lo stress ossidativo che colpisce le cellule cerebrali;
- antiemetiche: il cannabidiolo attenua efficacemente i sintomi di nausea e rigetto tanto che, sotto consiglio medico, viene anche affiancato alle cure chemioterapiche;
- anticonvulsivanti: diversi studi scientifici sostengono che il CBD si può categorizzare come prossimo farmaco antiepilettico, in quanto efficace anche nei pazienti farmacoresistenti per alcune forme più gravi di epilessia, quasi dimezzando la frequenza delle crisi;
- antiossidanti: il CBD, grazie alla sua azione detossinante e alla capacità di rinforzare le cellule, contribuisce attivamente per la loro rigenerazione;
- rilassanti: il CBD, riducendo gli stati d’ansia e rilassando naturalmente le tensioni mentali e muscolari, riduce l’insonnia e migliora la qualità del sonno.
CBD efficace contro l’ansia
L’ansia è una sensazione molto comune che può avere innumerevoli cause e si manifesta in maniera diversa in ogni persona. Nel 2015, sulla rivista Neurotherapeutics,è stata pubblicata una revisione di tutti gli studi condotti finora per verificare i potenziali benefici del CBD sull’ansia e i risultati sono molto incoraggianti.
L’analisi, curata dagli studiosi della New York School of Medicine, ha preso in esame 49 studi preclinici clinici ed epidemiologici, incluse anche le ricerche fatte con tecniche di neuroimmagine, ed ha dichiarato che negli studi analizzati il CBD si è dimostrato efficace per trattare il disturbo d’ansia generalizzato, disturbo di panico, disturbo d’ansia sociale, disturbo ossessivo-compulsivo e disturbo da stress post-traumatico.
Uno studio del 2019, pubblicato sul The Permanente Journal, ha dichiarato che il CBD può mitigare i disturbi legati all’ansia e i disturbi del sonno. “Dopo una recente ondata di pubblicazioni che documentano il valore del CBD – inizia la ricerca – questo studio mira a determinare se il CBD è utile per migliorare il sonno e/o l’ansia, concentrandosi anche sulla tollerabilità, in quanto, il vantaggio più notevole della cannabis come trattamento è la sicurezza“.
La ricerca ha coinvolto 103 pazienti psichiatrici adulti trattati con 25 mg al giorno di CBD sotto forma di capsula, in aggiunta alla somministrazione di altri farmaci psichiatrici previsti secondo la normale cura del paziente. Se predominavano i disturbi d’ansia, il dosaggio veniva somministrato ogni mattina, dopo colazione. Se predominavano i disturbi del sonno, il dosaggio veniva somministrato ogni sera, dopo cena.
“I risultati della nostra relazione clinica – dichiarano i ricercatori – supportano le prove scientifiche esistenti. Non vi è alcun problema di sicurezza che limiterebbe gli studi futuri – anzi – il CBD sembra essere meglio tollerato rispetto ai normali farmaci psichiatrici. Il CBD si mostra promettente come strumento per ridurre l’ansia“.
E ancora nel 2018, uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Washington e pubblicato sul Journal of Affective Disorders, ha indagato sull’efficacia dei prodotti a base di cannabinoidi su ansia e stress.
Partendo da un campione di oltre 1.400 volontari e volontarie, i ricercatori si sono avvalsi di un’applicazione con cui i partecipanti indicavano anonimamente i propri dati, la quantità, il tipo di cannabis usata e, infine, gli effetti riscontrati. Dalle 12.000 risposte pervenute gli autori dello studio hanno verificato che più della metà (il 58%) percepiva una netta riduzione dell’ansia. In particolare, i prodotti ritenuti più efficaci erano quelli con alto contenuto di CBD e basso di THC.
I benefici sessuali del CBD
Come anticipato, il sistema endocannabinoide regola le principali attività degli esseri viventi, tra cui dormire, mangiare e provare piacere. A tal proposito, studi recenti hanno osservato che alcuni specifici endocannabinoidi sono legati all’eccitazione sessuale. Cannabinoidi la cui produzione può essere inibita da ansia, stress e insicurezza.
Ecco che il CBD, grazie alle sue proprietà ansiolitiche e rilassanti, ha diversi benefici in ambito sessuale. Sia direttamente che indirettamente infatti il cannabidiolo può migliorare la nostra vita sessuale: riducendo l’ansia da prestazione, favorendo una condizione di relax indispensabile per raggiungere l’orgasmo e aumentando il desiderio sessuale.
CBD: i metodi di assunzione
Grazie alla legge 242 del 2016, introdotta per promuovere il settore della canapa industriale in Italia, il CBD, che appunto si estrae dalla canapa, è completamente legale. Sono diversi infatti i prodotti sul mercato ricchi di cannabidiolo da poter acquistare se volessimo iniziare a godere dei suoi benefici. Tra questi:
- le infiorescenze di cannabis light ad alto CBD, da consumare nel classico joint o, ancora meglio, mediante un apposito vaporizzatore, così da evitare le sostanze cancerogene della combustione e godere al massimo delle sue proprietà terapeutiche;
- l’olio di CBD è di sicuro tra i modi più efficaci ed apprezzati dai consumatori; l’estratto di CBD viene miscelato ad un olio vettore che si applica direttamente sotto la lingua e, prima di deglutire, si aspettano pochi minuti, così che i capillari lì presenti possano assorbirlo e indirizzarlo rapidamente al torrente circolatorio, senza prima passare per il tratto digestivo;
- cosmetici al CBD: da applicare direttamente sulla zona di pelle interessata, i prodotti al CBD, legandosi ai recettori CB1 e CB2 che tappezzano la cute, migliorano le condizioni della pelle, esercitano un’attività anti-age, regolarizzano la produzione di sebo in eccesso e normalizzano la quantità di collagene ed elastina;
- tisane al CBD: da bere sia in estate che in inverno, perfette per aumentare la concentrazione al mattino e rilassarsi alla sera, che uniscono le proprietà del CBD a piante curative come la lavanda, la rosa, gli agrumi, la camomilla, il sambuco, l’anice, la liquirizia, il finocchio, il tarassaco, dando vita a prodotti antiossidanti, rilassanti e dimagranti.
Il CBD ha effetti collaterali?
Quando ci si avvicina per la prima volta al mondo della cannabis legale chiedersi se il CBD abbia delle controindicazioni o degli effetti collaterali dettati da un uso smodato e inconsapevole è del tutto normale. Per quasi un secolo questa pianta è stata associata alla droga del demonio e le poche informazioni disponibili erano o incomplete o errate e demonizzanti, quindi approcciarsi al cannabidiolo senza pregiudizi non è affatto semplice.
Partiamo con il precisare che il CBD è una sostanza sicura e ben tollerata e quando si parla di effetti indesiderati si fa sempre riferimento a disagi di lieve entità. Problematiche facilmente gestibili che, facendo attenzione al dosaggio e al prodotto scelto, raramente si presentano.
Infatti, tra gli effetti collaterali del CBD più comuni, ricordiamo:
- la bocca secca, una conseguenza del tutto innocua e naturale, causata dall’interazione dei cannabinoidi con le ghiandole sottomandibolari responsabili della salivazione; una sensazione molto comune quando si consumano prodotti ricchi di THC, ma niente che qualche sorso d’acqua non può risolvere;
- stanchezza, noto per le sue proprietà rilassanti, il CBD, se somministrato in dosi eccessive, specialmente le prime volte, può generare un senso di stanchezza inaspettato; per tale motivo l’ideale è sempre iniziare con dosi basse così che il nostro corpo si possa abituare e prediligere un uso prettamente serale;
- vertigini; rarissime volte sono stati registrati casi di vertigini conseguentemente all’assunzione di CBD; anche se è un effetto poco conosciuto alcuni studiosi ritengono che, quando si assumono cannabinoidi (che sia THC o CBD), questi diano uno stimolo differente al flusso sanguigno che potrebbe causare per l’appunto brevi momenti di vertigini;
- disturbi intestinali, anche se il cannabidiolo potrebbe non esserne il responsabile diretto, bensì le altre componenti dei prodotti ricchi di CBD (come gli oli vettori), disturbi intestinali come la diarrea e mal di pancia sono tra gli effetti collaterali più fastidiosi di consumare il CBD; per migliorare la tolleranza intestinale e ridurre al minimo il problema, si consiglia infatti di assumerlo appena dopo i pasti;
- pressione bassa: infine, l’uso di CBD è stato associato a un abbassamento della pressione sanguigna.
CBD in veterinaria
Per le sue capacità curative, il CBD, oltre a dimostrarsi utile per l’essere umano, è ampiamente utilizzato in campo veterinario. Come noi, gli animali possiedono un sistema endocannabinoide impegnato nell’omeostasi, attivabile mediante i cannabinoidi della cannabis.
Oggigiorno infatti, visto che in Italia è riconosciuto l’uso terapeutico della cannabis, è possibile farsi prescrivere trattamenti a base di cannabinoidi per i nostri amici pelosi. Trattamenti considerati efficaci e a lungo termine decisamente meno dannosi dei farmaci tradizionali. Principalmente, il CBD in veterinaria è utile per:
- ridurre il dolore, il CBD è utile per il trattamento di artriti, artrosi e reumatismi;
- migliorare la qualità del sonno e placare l’insonnia
- conservare in buono stato il pelo e la pelle dei felini
- abbinato alla chemioterapia, per stimolare l’appetito e riduce il dolore
- trattare l’epilessia nei cani
- sostenere il sistema immunitario
- rendere più efficaci le cure veterinarie
- lenire l’ansia e stress dell’animale; il CBD, come dimostrato da uno studio condotto su 20 cani, ha ridotto significativamente lo stress degli animali causato dai viaggi in auto o dall’essere lasciati soli.