La serie Lumatek Attis è una serie di luci per crescita a LED a spettro completo con LED LUMLED top bin LUMLED e Lumatek dimmerabili autisti. Questo apparecchio è disponibile anche nelle versione da 200W (area 1 m2) ed è ideale come sorgente singola di crescita per la propagazione, i periodi di crescita vegetativa e di fioritura per le coltivazioni indoor. Led Lumatek 200W è un proiettore grow light , produce 460 µmol/s PPF con un’efficacia fotonica di 2,3 µmol/J (efficienza dell’apparecchio) e ideale per un’area di coltivazione di 0,8 x 0,8 m. Il progresso della tecnologia LED di Lumatek ha prodotto una luce di crescita a LED ad alta potenza con luce passiva raffreddamento a convezione. Questo design senza ventola significa assenza di parti in movimento, quindi l’apparecchio Led Lumatek 200W è estremamente compatto con una lunga durata della vita, opera senza far rumore.
Scheda tecnica:
_Efficacy: 2.3 µmol/J
_PPF: 460 µmol/s
_Input Voltage: 220-240V, 50-60Hz
_Input Power (100%): 205W
_Footprint: Up to 0.8 / 0.8
_Waterproof: IP65
_Lifetime: + 60000 hrs
_Light Distribution: 120°
_Light Source: Higher Spec White, Red e Far Red Diodes
_Dimmable: OFF-25%-50%-75%-100% with 0-10V Light Dimmer (Included)
_Weight: 4 kg
_Dimensions: 55.9×55.9×7.1cm
Curiosità:
Il referendum sulla cannabis non si farà: le motivazione della Corte Costituzionale e la replica del comitato promotore
La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sulla cannabis. Ecco i motivi che hanno portato alla decisione e la replica del comitato referendario.
I motivi dell’inammissibilità secondo la Corte Costituzionale
Dopo aver bocciato il referendum sull’eutanasia e la proposta di responsabilità civile dei magistrati, la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile anche il referendum sulla cannabis, arrivato alla corte dopo la storica raccolta firme che ha visto raggiungere soglia 500 mila adesioni a una sola settimana dal lancio e superare nei giorni suggessive le 600 mila.
Ad annunciarlo il presidente della Consulta Giuliano Amato, che ha affermato che “Il referendum non era sulla cannabis, ma sulle sostanze stupefacenti. Il quesito è articolato in tre sotto quesiti e il primo prevede che scompaia tra le attività penalmente punite la coltivazione delle sostanze stupefacenti di cui alle tabelle 1 e 3, che non includono neppure la cannabis ma includono il papavero, la coca, le cosiddette droghe pesanti. Già questo sarebbe sufficiente a farci violare obblighi internazionali”.
La correlazione tra droghe leggere e droghe pesanti, però, era già stata affrontata anche dallo stesso comitato referendario espressosi in merito alle fake news in circolazione sul referendum ed è solo uno dei punti che hanno suscitato le polemiche da parte i promotori del comitato referendario e tra i sostenitori del referendum.
La replica del comitato referendario
Tra le voci che si sono fatte sentire dopo la decisione presa dalla Corte Costituzionale c’è innanzitutto quella di Marco Cappato, in prima linea con l’Associazione Luca Coscioni e parte del comitato referendario, che sul suo profilo Twitter ha scritto: … LEGGI DI PIU’