AL TEMPO DEL CORONAVIRUS IN USA LA CANNABIS È “SERVIZIO ESSENZIALE”
Le restrizioni sono arrivate anche negli Stati Uniti ma non per la vendita della cannabis ritenuta in molti stati un “servizio essenziale”.
Ne è un esempio la città di San Francisco, California, che ha deciso di attuare una politica di “shelter-in-place”, che richiede a tutti di rimanere a casa a meno che non lavorino per o forniscano un “servizio essenziale” necessario al funzionamento della società.
La cannabis dunque rientra in quei servizi a cui la società non può fare a meno come l’assistenza sanitaria, i servizi pubblici e la risposta alle emergenze.
È lo stesso sindaco della città London Breed a spiegare la decisione presa: “Per quanto riguarda i dispensari di cannabis, il Dipartimento della Salute Pubblica ha chiarito oggi che, poiché la cannabis ha usi medici, i dispensari saranno autorizzati ad operare come attività essenziali, così come le farmacie sono autorizzate a fare”.
Ovviamente, sottolinea Breed, dovranno essere mantenute le disposizioni di tutela per garantire la sicurezza come l’utilizzo di mascherine, gel sanificante e la distanza di sicurezza.
Sulla stessa linea si vedono città come Los Angeles e l’intera sua Contea e New York dove un rappresentante dell’ufficio del governatore Cuomo ha chiarito che l’ordine esecutivo includeva i dispensari di marijuana medica, dato che i negozi autorizzati di New York “sono fornitori medici essenziali”.
Anche altri stati come l’Illinois, il Michigan e il Colorado hanno implementato regole di emergenza in modo che i negozi di cannabis possano continuare a vendere riducendo al minimo la possibilità di contagio.
In Nevada invece il Governatore Steve Sisolak ha ordinato la chiusura di tutti i servizi non essenziali lasciando ai dispensari di cannabis la decisione se aprire oppure no.
Ritornando in Europa, anche in Olanda si è dovuto fare un dietrofront rispetto alla decisione iniziale di chiudere tutti i coffeshop. Le persone hanno creato lunghe file per fare scorta dei prodotti, creando non pochi rischi per la diffusione del virus. All’amministrazione del paese non è rimasto altro da fare che riaprire i negozi permettendo la vendita ma non il consumo in loco.