T.A. pH Kit Test: T.A. pH Kit Test è ottimo per valutare se il pH del terreno è corretto. Compreso di fialetta per mettere il prodotto e vederne il colore. Le gradazioni a cui T.A. pH Kit Test riesce a riconoscere vanno da un minimo di 4.0 (colorazione arancione) ad un massimo di 8.5 (colorazione blu). T.A. pH Kit Test è da 30ml e permette di fare 500 test. Modalità d’uso: riempire la fialetta, compresa nel kit, con la vostra soluzione ed aggiungere 2 gocce di T.A. pH Kit Test.
Formati: 30ml (500test)
Curiosità:
Cannabis e censura: i limiti dei social network
Nonostante la continua crescita dell’industria della cannabis — che solo negli Stati Uniti nel 2021 ha accolto circa 321.000 nuovi lavoratori con una crescita del settore del 32% rispetto allo scorso anno — e la progressiva legalizzazione non solo oltreoceano, ma anche in Europa, il mercato è ancora limitato dagli algoritmi e dalle policy dei principali social network, Instagram e Facebook in primis.
Le piattaforme, infatti, non sembrano stare al passo e spesso silenziano, rimuovono o bloccano i contenuti e i profili (di privati, ma anche di aziende) che puntano sui due social network per promuovere la propria attività anche nei Paesi dove il consumo è legale. La motivazione? I post e le pagine vanno contro le norme della community e promuovono il consumo di droga.
Nella pagina dedicata alla normativa di Instagram si legge infatti: “Instagram non consente alle persone o alle organizzazioni di usare la piattaforma per pubblicizzare o vendere marijuana, indipendentemente dal Paese del venditore. La nostra normativa proibisce a qualsiasi venditore di marijuana, compresi i dispensari, di promuovere la propria attività fornendo informazioni di contatto come numeri di telefono, indirizzi e-mail, indirizzi fisici o usando la tab ‘Contattaci’ presente negli Account di Instagram Business. Tuttavia, consentiamo loro di includere un link al sito web nelle informazioni della biografia.
Il caso Cannaclusive
Uno degli ultimi casi — oltre che uno dei più emblematici — è quello che ha coinvolto lo scorso giugno la statunitense Cannaclusive, realtà nata come rappresentante delle minoranze consumatrici di cannabis e che ha come obiettivo il facilitare la comunicazione tra i marchi e il diversificato pubblico della cannabis per andare contro la stigmatizzazione. Una comunicazione che però, apparentemente, non può avvalersi dei social firmati Meta.
Kassia Graham di Cannaclusive ha affermato che il ban dello scorso giugno — che si è fortunatamente concluso con il ripristino degli account — non è stato il primo e che l’azienda ha avuto problemi sin dal lancio avvenuto nel 2017… LEGGI DI PIU’