Cannabis a Malta: sì a coltivazioni domestiche e ad associazioni, ma no al fumare in pubblico

Cannabis a Malta

A Malta si discute sulla riforma della cannabis: la proposta arrivata in Parlamento consentirebbe l’autoproduzione e l’adesione ad associazioni di categoria, ma non permetterebbe di fumare in pubblico. Ecco tutti i dettagli. 

Riforma della cannabis a Malta: la proposta

La proposta di legge, presentata a inizio ottobre, è stata redatta dopo un lungo periodo di consultazione e si basa sui documenti presentati in Parlamento lo scorso marzo. Negli ultimi otto mesi, sono state inviate e condivise oltre 300 proposte tra modifiche e osservazioni, ma ora il disegno di legge è pronto per gli step successivi. Ora, infatti, questo dovrà essere pubblicato e discusso insieme all’opposizione, che può presentare ulteriori modifiche ed emendamenti. 

Cosa prevede la proposta sulla cannabis 

Resta invece in vigore il divieto di fumare cannabis in pubblico. Chiunque venga sorpreso a consumare cannabis al di fuori delle mura domestiche, infatti, sarà chiamato a comparire davanti alla giustizia e potrà essere multato fino a 235 euro; se minorenne, la multa sale a 300 euro e il cittadino dovrà rispondere alla legge, oltre che seguire un piano di riabilitazione. Nel caso di adulti sorpresi con una qualsiasi quantità tra i 7 e i 28 grammi, infine, questi saranno obbligati a presentarsi alla stessa Commissione di giustizia. 

Secondo il disegno di legge, a Malta i soli adulti potranno portare ovunque con sé legalmente fino a 7 grammi di cannabis senza il rischio di arresto o confisca; la quantità sale a 50 grammi se si parla di infiorescenze essiccate e conservate all’interno delle mura domestiche. I cittadini maggiorenni, inoltre, potranno anche coltivare fino a quattro piante all’interno della propria casa, purché non siano visibili dall’esterno; questo limite di quattro piante si applica nello specifico al nucleo familiare e non a persona, il che significa che, in una dimora con due adulti, le piante autorizzate sono e rimangono quattro e non otto.

Una novità introdotta dal nuovo disegno di legge è quella relativa alle associazioni. Secondo la proposta, infatti, è autorizzata la creazione di associazioni legate alla cannabis, ossia realtà che consentiranno ai consumatori che non vogliono o non possono coltivare le piante in casa di acquistare legalmente infiorescenze e semi, previa iscrizione all’associazione stessa; i cittadini possono iscriversi a una sola associazione per volta. Nello specifico, la cannabis venduta e distribuita dalle associazioni può raggiungere un massimo di 7 grammi al giorno per adulto, per un totale di 50 grammi massimi al mese. Nel caso dei semi, invece, i membri potranno acquistarne fino a 20 al mese. 

Le associazioni inoltre dovranno essere gestite come ONG e ognuna non può contare più di 500 membri; a questo si aggiungono le direttive in termini di fornitura: ogni associazione può infatti conservare solo fino a 500 grammi di cannabis essiccata. I membri vengono registrati, ma rimangono anonimi a livello pubblico, così da tutelare le loro identità. 

Dal punto di vista urbano, infine, le associazioni devono posizionare la loro sede ad almeno 250 metri di distanza dalle scuole o dai luoghi comunemente frequentati dai minorenni. Un altro divieto è quello relativo alla pubblicità e alla promozione della cultura della cannabis, che non sono concesse. 

[H3]La nuova autorità di regolamentazione e i precedenti

Oltre agli aspetti pratici legati all’autoproduzione, alla conservazione e al diritto di associazione, il disegno di legge propone anche la creazione di una nuova autorità di regolamentazione per supervisionare il settore della cannabis. Tutte le associazioni, infatti, dovranno registrarsi presso la nuova Autorità per l’uso responsabile della cannabis e presentare un rapporto ogni tre mesi per monitorare l’andamento del progetto.

Infine, chiunque attualmente presenti precedenti penali legati al possesso di cannabis potrà richiederne la cancellazione (che dovrà essere valutata da un organismo competente) grazie alla nuova politica di depenalizzazione e regolamentazione.

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