La genetica è la scienza che studia i geni, l’ereditarietà e la variabilità genetica negli organismi viventi. É una scienza molto importante anche quando si parla della pianta di marijuana. Per secoli i coltivatori di cannabis e i breeder hanno utilizzato la genetica e gli incroci per produrre specifiche coltivazioni di canapa, caratterizzati da peculiarità uniche e distintive.
Le nozioni da conoscere per “giocare” con la genetica sono veramente tante. Richiede sapere, pazienza e volontà. Alla fine però i risultati non tardano ad arrivare. É grazie a questa particolare dottrina che oggi è possibile beneficiare di pregiate varietà di cannabis light, come ad esempio la famosa Maria Salvador Legal Flower by J-Ax, raffinato ceppo genetico riservato al rap J-AX.
Ci sono alcuni termini e alcune nozioni di base della genetica, molto importanti per iniziare a conoscere e riconoscere la pianta di marijuana. Vediamo quali.
Tipologie di cannabis: genotipo, fenotipo e stabilità genetica
Abbiamo visto che la genetica è la scienza che studia i geni, l’ereditarietà e la variabilità genetica negli organismi viventi, appartenenti al regno animale e vegetale. Per capirla meglio è necessario sapere cos’è il genotipo e il fenotipo.
Il genotipo rappresenta l’intero codice genetico di un qualsiasi organismo, animale o vegetale che sia. In altre parole rappresenta il suo DNA. Per la pianta di marijuana è rappresentato, ad esempio, dall’insieme delle caratteristiche che la contraddistinguono e che possono anche essere osservate (colore, altezza, robustezza del fusto, fogliame, ecc…).
Il fenotipo invece è l’espressione esterna del genotipo. Vale a dire che sono l’insieme delle caratteristiche fisiologiche e morfologiche del soggetto, determinate dal genotipo più l’interazione con l’ambiente circostante.
Infine la stabilità genetica è data dalla variabilità e dalla prevedibilità. La stabilità è alta quando la prevedibilità è alta, cioè quando sarà più semplice prevedere come sarà il fenotipo di una pianta di marijuana. Da un punto di vista prettamente agricolo, più la genetica è stabile e maglio è. Questo perché vuol dire che è più facile offrire al mercato della cannabis light il prodotto che il mercato stesso si aspetta di ricevere. Un prodotto quindi che soddisfi appieno le aspettative del cliente finale.
Pianta di marijuana: storia ed evoluzione
La pianta di marijuana ha subito, nel corso del tempo, un’evoluzione molto interessante. Un’evoluzione dovuta soprattutto alla genetica e ai vari coltivatori, che hanno sperimentato, creato e testato nuove varietà. La cannabis light, così come la conosciamo oggi, non era presente sul mercato internazionale perché all’inizio (almeno fino agli anni ‘40 del 1900) il contenuto di THC non era considerato illegale e/o dannoso.
La pianta di canapa era utilizzata soprattutto nell’industria tessile e per produrre cordame e vele per le navi. In Italia, ad esempio, la Campania e l’Emilia Romagna sono state le regioni più produttive in tal senso.
In oriente invece, in Cina e in India in particolare, la cannabis era già usata invece per i suoi effetti “sballanti” e per le sue proprietà psicoattive. Ma i cinesi riconoscevano alla pianta di marijuana anche delle notevoli proprietà benefiche in campo medico. Proprietà che tra l’altro, ai giorni d’oggi, sono state ampiamente confermate dalla scienza e della medicina moderna, grazie soprattutto al CBD.
Dal Proibizionismo ad oggi
L’uso ricreativo della cannabis si diffuse comunque anche in Europa, in particolar modo tra i rappresentanti della classe intellettuale (scrittori, artisti, pensatori, ecc…). Nel 1937, in America, l’allora Presidente, Franklin Delano Roosevelt, emanò il Marijuana Tax Act, con il quale volle porre un freno all’uso ricreativo della pianta di marijuana. La legge era rivolta soprattutto ad ostacolare il Messico, allora tra i principali produttori di canapa.
Dopo la seconda Guerra Mondiale il proibizionismo della cannabis partito dall’America, si diffuse anche in Europa. Gli USA sostenerono una campagna pubblicitaria molto attiva e forte in tutti i paesi facenti parte della NATO. Alla fine tutto questo portò anche l’Italia ad emanare, nel 1975, una legge che proibiva la coltivazione di canapa. Coltivazione, produzione e ricerca scientifica si sono quindi completamente arrestati almeno fino agli anni ‘90.
Solo recentemente la ricerca scientifica e gli studi di botanica e genetica, hanno consentito di tornare a conoscere e diffondere la verità sulla pianta di marijuana. Lo studio e la ricerca hanno portato a produrre piante geneticamente ricche di CBD, il metabolita “buono” della pianta di marijuana, dai molteplici effetti benefici. Oggi quindi l’interesse dell’intero settore medico per questa fantastica pianta si è di nuovo accesso e le sue naturali proprietà terapeutiche sono tornate finalmente a poter compiere “miracoli” (passateci il termine).