Se fai sport agonistico o ti sottoponi agli esami tossicologici per il lavoro, è molto probabile che ti interessi sapere se sia possibile rilevare cannabis light o meglio, THC, nei risultai dell’esame.
Gli esami a cui potresti sottoporti sono:
- esame delle urine
- esami del liquido orale (saliva)
- test del capello
- analisi del sangue
Con gli esami tossicologici è infatti possibile trovare tracce di cannabis. Dunque se vuoi evitare problemi ma allo stesso tempo non vuoi rinunciare all’uso della marijuana informati al meglio.
Sebbene la cannabis light sia pressoché priva di THC, le piccole percentuali potrebbero essere rilevate in seguito ad analisi e potresti rincorrere in qualche problema.
ATTENZIONE ALLA POLITICA A TOLLERANZA ZERO
In molti paesi europei, Italia compresa, viene applicata la politica di tolleranza zero per i lavoratori trovati positivi al THC. Questi sono ritenuti colpevoli di aver operato in condizioni pericolose per sé o per terzi. Quindi secondo la politica di molte aziende, licenziabili.
Per questo motivo anche se la cannabis light contiene livelli bassi di THC vi consigliamo di essere prudenti. Valutare bene il fatto che, ad eventuale controllo antidroga, potreste risultare positivi. Le categorie di impieghi che prevedono controlli sul lavoro sono
- addetti che comportano rischi sulla sicurezza
- attività inerenti ai trasporti
- addetti alla guida di macchine movimentazione merci
- addetti che maneggiano sostanze e materiali potenzialmente pericolosi (come professionisti in ambito sanitario).
I test solitamente sono a discrezione del datore di lavoro. Sono effettuati per tutti gli impiegati o liberi professionisti all’assunzione, ripetuti a cicli continui durante il periodo di permanenza in un certo ambito lavorativo, o effettuati a sorpresa.
Quanto THC rilevano gli esami tossicologici?
I test antidroga possono rivelare piccole quantità di THC. Di conseguenza sconsigliamo l’uso dei cannabis light se devi sottoporti ad esami tossicologici di qui a qualche ora. Però abbiamo una brutta notizia! Poche ricerche hanno esaminano effettivamente la quantità esatta che una persona debba assumerne affinché un test antidroga risulti positivo. Le ricerche svolte fino ad ora hanno appurato che gli assidui consumatori di erba hanno maggiori probabilità di fallire (quindi risultare positivo nel test) i test antidroga rispetto ai consumatori occasionali.
Devi sapere che il drug test per rilevare il THC nelle urine mira a una metabolita del THC chiamato THC-COOH.
ESAMI TOSSICOLOGICI
TEST DELLE URINE:
Quanto durano le droghe nelle urine? Con un cut-off di 50 ml il THC può essere rivelato per un periodo di tempo che può andare dai 15 ai 30 giorni. Il cuot-off indica la soglia secondo cui il test risulta positivo: se non arriva a questa soglia il drug test risulta negativo. In Italia la cannabis legale può contenere livelli di THC inferiori allo 0,2% anche se la tolleranza arriva fino allo 0,5%. In altri Stati i limiti sono variabili, passando dallo 0.3% fino a 1%.
Capire se l’uso di CBD può avere un impatto sul test è quindi davvero importante.
I ricercatori della Johns Hopkins Medicine si sono impegnati a soddisfare questo bisogno di capire e hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla cannabis light nelle urine del Journal of Analytical Toxicology. Per svolgere lo studio i ricercatori hanno selezionato un gruppo composto da 6 persone (3 donne e 3 uomini con un’età media di 30 anni).
Il lotto di cannabis utilizzato a scopi di ricerca conteneva il 10,5% di CBD e lo 0.39% di THC, un rapporto tra 27 a 1 tra CBD e THC che è simile a quello che si trova spesso nelle infiorescenze legalmente acquistabili. Nello studio, i volontari della ricerca hanno assunto, tramite vaporizzazione, poco meno di 1 grammo di erba legale, che conteneva una dose totale di 100 milligrammi di CBD e 3,7 milligrammi di THC.
Oltre alla vaporizzazione di cannabis light, ai volontari è stato somministrato CBD puro vaporizzato e placebo (una finta pillola di cannabis CBD vaporizzata, dove THC e CBD non erano presenti) in altre tre sessioni di dosaggio a una settimana di distanza l’una dall’altra.
In tutte le situazione (esclusa quella col placebo) la dose di CBD somministrata era di 100milligrammi per sessione.
In questo studio il cut-off del test è stato una concentrazione di almeno 50 nanogrammi per lillilitro di THC-COOH, il metabolita utilizzato per la determinazione del risultato “positivo”.
Due dei sei partecipanti che hanno vaporizzato la cannabis light sono risultati positivi. nelle altre sessioni con capsule di CBD e placebo invece non hanno avuto riscontro positivo.
Questi risultati suggeriscono che usando CBD puro una volta sicuramente non si può risultare positivi al test delle urine. Ma è necessario sottolineare che 2/6 in seguito alla inalazione della canapa light (e non CBD puro) sono risultati positivi.
ESAME DEL LIQUIDO ORALE (SALIVA)
Un altro studio invece ha previsto l’assunzione di 1 grammo di cannabis light, hanno trovato che il THC nella saliva si trova nell’intervallo di concentrazione tra i 2,5 e i 21,5 ml nei primi 30 minuti dopo l’assunzione. In seguito i valori sono diminuiti progressivamente.
Chi fuma cannabis light potrebbe quindi risultare positivo al test della saliva per circa un’ora dopo l’assunzione. Sicuramente i fumatori cronici dovrebbero fare maggiore attenzione, in quanto il THC tende ad accumularsi nel nostro organismo.
TEST DEL CAPELLO
I test del capello invece sono più sensibili, rivelando il THC fino a 90 giorni dopo l’uso. Tuttavia questi test sono meno pratici perché non rilevano la presenza dei residui psicoattivi di THC, ma può solo dire se la persona è una consumatrice assidua di cannabis.
Infatti una persona che entra in contatto con un consumatore di marijuana e respira fumo passivo potrebbe, teoricamente, risultare positivo ad un test tossicologico del capello.
ESAME DEL SANGUE

È importante sapere che il tempo di permanenza del THC e dei suoi residui nel corpo dipende molto anche da una naturale predisposizione del corpo ad accumulare o smaltire le tracce di cannabinoidi. Per gli esami delle urine sono necessarie almeno 3 o 4 settimane di completa astinenza per non avere positività nel test, per gli esami del sangue bastano per alcune persone solo 12 ore per non avere tracce, mentre altre, soprattutto per i fumatori cronici o abituali, il THC può continuare a comparire anche a distanza di 48 ore dal consumo. Non è raro trovare nel sangue tracce di THC a distanza di una o due settimane.
In conclusione diciamo anche i risultati dei test antidroga sono molto soggettivi. Cioè dipendono anche dai fattori legati all’organismo come il metabolismo (più è veloce la tua attività metabolica, più breve è il tempo in cui i cannabinodi possono essere rilevati), dal tipo di test eseguito (più è sensibile il test, maggiore è il tempo in cui può rivelare la concentrazione di THC nel tuo corpo) e che frequenza assumi cannabis.