Il tema della legalizzazione marijuana ha interessato molti paesi nel mondo, ivi compresa l’Italia. Nel Bel Paese la situazione stagna e la legalizzazione della marijuana sembra ancora molto lontano. I fattori che ne influenzano una discussione parlamentare seria ed approfondita sono molteplici. A differenza di molti altri stati nel mondo, l’Italia quindi, al momento, sembra essere ferma sulla decisione di non voler legalizzare la cannabis. Nonostante questo atteggiamento l’uso della cannabis è depenalizzato fino a 5g.
Mentre l’Italia tentenna, altre nazioni hanno preso posizione, chi per il si, chi per il no. In Nuova Zelanda ad esempio si terrà un referendum ad hoc, esattamente il 17 ottobre 2020, in concomitanza con le elezioni parlamentari. Ma la situazione attuale in Italia qual è? Cerchiamo di capire meglio come si sta muovendo (o meglio, come non si sta muovendo) il parlamento italiano al riguardo.
Legalizzazione marijuana: la situazione nel Bel Paese
Stiamo vivendo una situazione di stallo. La discussione “legalizzazione marijuana” è ancora una volta rimandata. Il Senatore Lello Ciampolillo ha segnalato il secco “no” da parte della maggioranza. Ciampolillo ha proposto di mettere a calendario la discussione parlamentare sulla regolarizzazione della cannabis.
Purtroppo però ha ricevuto come risposta un “no”, rimandata a data da destinarsi. Come abbiamo detto quindi, viviamo in un periodo di stallo, nel quale l’uso della marijuana è illegale, ma depenalizzato fino a 5g.
Cosa sostengono chi dice “no” alla legalizzazione
I fautori del no alla legalizzazione della marijuana sostengono la presa di posizione negativa per due ragioni:
- sostengono che la cannabis sia dannosa per la salute
- considerano la marijuana come il trampolino di lancio per assumere droghe pesanti
Quindi chi sostiene il no lo fa perché teme che i cittadini potrebbero essere diseducati, soprattutto se giovani, o giovanissimi. Legalizzare la marijuana per loro significherebbe incoraggiare l’uso di droghe e di stupefacenti.
Cosa sostengono chi dice “si” alla legalizzazione
I difensori del si invece sostengono che la marijuana è meno dannosa di alcol e tabacco, che invece sono legalissimi. Inoltre sottolineano l’importanza dei molteplici effetti benefici e terapeutici della cannabis light. Benefici ampiamente documentati e comprovati da ricerche medico-scientifiche, che hanno visto la cannabis legale protagonista di moltissimi esami, studi e test.
Le motivazioni dei propugnatori del “si” sono di natura sia economica, che sociale. La cannabis light ha moltissime proprietà terapeutiche, proprietà riconosciute a livello medico come ad esempio:
- anticonvulsivanti
- antidistonici
- antiossidanti
- antinfiammatori
- favorisce il sonno
- è distensiva contro ansia e panico
- riduce la pressione oculare
- ha effetti rilassanti
Tutte proprietà legate alla presenza del CBD, uno dei metaboliti maggiormente presenti nella pianta di marijuana, attorno al quale ruota un’intera enciclopedia di studi e ricerche.
Chi sostiene il “si” lo fa anche in virtù del fatto che molte altre sostanze, ritenute dalla medicina, dannose per l’organismo e la mente umana, siano invece pienamente legali. É questo il caso dell’alcol e del tabacco, prodotti che molteplici studi hanno indicato come dannosi per il metabolismo umano.
I fattori economici invece auspicherebbero il “si” per aumentare gli introiti statali. Legalizzare la marijuana significherebbe mettere tutto nelle mani dell’Esecutivo, che riuscirebbe così a normare un tema scottante e ad aumentare contestualmente il gettito fiscale.
Da ultimo, ma non per importanza, la legalizzazione marijuana porterebbe via tutto il fascino del proibito che aleggi attorno a questa importante pianta. Venendo meno il fattore trasgressione, i giovani ne sarebbero sicuramente meno attratti.
In definitiva l’argomento necessita di una regolamentazione più specifica che tuteli agricoltori, produttori, commercianti e consumatori. Legalizzare un fenomeno che già esiste, non significa incoraggiarlo.
Legalizzazione marijuana nel mondo: chi ha detto si
La situazione e la presa di posizione cambia da stato a stato, da nazione a nazione. Ognuna ha le proprie legge, ognuna la vede in modo ben diverso. Attualmente gli unici paesi al mondo che hanno legalizzato l’uso della cannabis sono il Canada e l’Uruguay. In Olanda ad esempio l’utilizzo è solo depenalizzato.
L’Uruguay è stato il primo a compiere questo importante passo, nel 2013 per l’esattezza. Lo scopo del Governo uruguaiano è quello di diminuire l’uso delle droghe e colpire la criminalità organizzata.
Nel 2018 è stata la volta del Canada, che ha deciso di seguire l’esempio dello stato sud americano. Il Canada ha legalizzato la vendita e l’uso ricreativo della marijuana. Ha previsto però delle sanzioni particolarmente severo per chi acquista in modo illegale e anche per chi vende ai minori (una di queste ad esempio prevede l’incarcerazione fino a 14 anni).
Una parentesi sugli Stati Uniti. L’uso della marijuana non è legale in tutti gli stati membri. In quasi tutti però è stato depenalizzato l’utilizzo ed è stato approvato lo scopo medico (come ad esempio in California, dove l’uso terapeutico della cannabis è legale dal 1996).