Legalizzazione italiana: porterebbe oltre 10 miliardi di euro

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La legalizzazione della cannabis a livello nazionale potrebbe portare nelle casse dello Stato italiano circa 10 miliardi di euro: è quanto emerge da una recente ricerca dell’Università di Messina, che, dopo la recente declassificazione della sostanza da parte dell’ONU, ipotizza un nuovo scenario per il nostro paese. 

Lo studio dell’Università di Messina: gettito fiscale da 6 miliardi di euro

Nel condurre lo studio, il team dell’Università di Messina si è focalizzato in particolare sugli aspetti economici della legalizzazione delle droghe leggere in Italia, analizzando costi e benefici di questa ipotetica svolta. Ne è emersa così una stima concreta del fatturato annuo di un eventuale mercato legale delle sostanze: circa 6 miliardi di gettito fiscale aggiuntivo per lo Stato, cifra che può variare a seconda delle diverse aliquote fiscali applicate.

“Attraverso un processo di legalizzazione, questo mercato può aumentare il gettito fiscale e, come per le sigarette, porterà a un elevato ingresso di denaro attraverso le imposte”, spiega Fernando Ofria, professore di Politica Economica dell’Università di Messina e uno dei responsabili della ricerca. “Soprattutto, così facendo, il denaro verrebbe sottratto alle criminalità organizzate”, conclude il docente. 

Alle entrate si aggiungerebbe inoltre il risparmio economico. Sulle casse dello Stato, infatti, pesano anche le spese legate agli interventi delle forze dell’ordine, alla magistratura e al sistema carcerario coinvolti nei casi e negli interventi legati alla cannabis, che attualmente è la sostanza più diffusa sul mercato illegale (rappresenta infatti ben il 96% dei quantitativi sequestrati dalle forze dell’ordine) e la più perseguita, tanto da essere coinvolta nel 58% delle operazioni antidroga. Alla luce di questi dati, il singolo risparmio si aggirerebbe intorno ai 600 milioni di euro

Infine, oltre al vantaggio economico a livello statale della legalizzazione italiana, dallo studio emerge anche un altro aspetto positivo: una maggiore qualità del prodotto e, di conseguenza, la tutela della salute dei cittadini, in particolare di quelli che necessitano della cannabis per uso terapeutico.

Dalle analisi effettuate sugli stupefacenti attualmente in circolazione nel mercato illegale, infatti, è emerso che alcune delle dosi analizzate contenevano  sostanze dannose e pericolose come il piombo, aggiunto per aumentare il peso e quindi il valore economico delle vendite. 

Un mercato da oltre 10 miliardi l’anno

Se il gettito fiscale sarebbe superiore ai 6 miliardi di euro, il fatturato annuo per la cannabis legale italiana, sarebbe invece superiore ai 10 miliardi. Per arrivare a questa cifra, nello studio è stato fatto il confronto tra il Colorado, primo Stato americano ad aver legalizzato e l’Italia.

Prendendo ad esempio l’esperienza del Colorado e proiettando i dati sulla popolazione italiana (Colorado 5,6 milioni di abitanti/Italia, 60,4 milioni) con un peso fiscale totale del 32% (accise, tasse statali e locali), il gettito per una popolazione di 60,4 milioni di abitanti sarebbe di 3,26 miliardi di euro e un fatturato superiore ai 10 miliardi di euro.

Legalizzazione italiana: le proposte

Comprovata la scarsa efficacia del proibizionismo, che non solo ha portato allo sviluppo di un mercato illegale diffuso in maniera capillare in tutto il paese, ma che ha causato anche rischi per la salute dei cittadini, emergono le prime proposte in termini di legalizzazione nazionale, alcune arrivano direttamente dall’Università di Messina e dai suoi ricercatori.

“Si potrebbe pensare a un’aliquota simile a quella adoperata per i tabacchi, che si attesta sul 75% del prezzo di vendita, o simile a quella per l’alcol (35%), a seconda dell’effetto di spiazzamento che si vuole ottenere sul mercato illegale della cannabis”, spiega Piero David, docente e ricercatore. “Il problema con un’aliquota simile a quella del tabacco è che sì ci sarebbe un maggiore gettito fiscale, ma sarebbe ancora alto il livello di criminalità, perché il prezzo della sostanza legale sarebbe più alto del prezzo del mercato nero”. La soluzione andrebbe quindi valutata con attenzione, per non ottenere l’effetto contrario. 

Anche il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho si schiera a favore della legalizzazione. “Legalizzare le droghe leggere toglierebbe spazio alle mafie, sottrarrebbe ingenti risorse finanziarie al traffico internazionale e nelle nostre operazioni potremmo concentrarci sul livello alto delle organizzazioni criminali”. Il traffico nazionale e internazionale, infatti, costituisce la prima fonte di arricchimento illecito delle organizzazioni criminali nel nostro paese. “Per questo”, aggiunge De Raho, “sarebbe auspicabile un intervento legislativo mirato ad aggiornare in modo organico e sistematico l’intero complesso normativo”.

Il dibattito, quindi, è ancora aperto, ma i vantaggi della legalizzazione italiana sono molteplici e innegabili, sia per lo Stato che per i cittadini. L’importante, ora, è trovare un accordo.

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