Le differenze tra la cannabis coltivata al sole e quella coltivata con luci artificiali non si nascondono solo nelle modalità di coltivazione, ma anche nell’aspetto e nelle caratteristiche della pianta. Ecco tutto quello che devi sapere.
Luce solare vs. luce artificiale per la coltivazione della cannabis
Quando si parla di coltivazione della cannabis, ma non solo, le differenze tra luce solare e luce artificiale sono molteplici e non riguardano solo il consumatore finale.
La coltivazione outdoor, infatti, è più rispettosa dell’ambiente, ha una minore impronta di carbonio e, grazie alle risorse già presenti nel terreno e nell’ambiente circostante (sole, acqua, sostanze nutritive), è anche meno costosa per l’agricoltore. Inoltre, le piante di cannabis coltivate all’aria aperta hanno solitamente meno bisogno di pesticidi e fungicidi, soprattutto se coltivate in un ambiente favorevole, e sono naturalmente più resistenti.
La coltivazione indoor, invece, nonostante i costi più elevati e l’impatto ambientale più significativo, è un metodo pratico soprattutto in ambienti meno favorevoli, dove le temperature, alte o basse che siano, possono mettere a dura prova la qualità del prodotto finale, oltre che la vita della pianta stessa. La coltivazione con luce artificiale, infatti, può essere eseguita tutto l’anno, indipendentemente dalla stagione, e può avvenire con luce, irrigazione e temperatura controllata, aspetti molto importanti che vanno a compensare la ridotta produttività a causa degli spazi spesso ristretti a disposizione dei coltivatori.
Cannabis coltivata con luce naturale e cannabis coltivata con luce artificiale: come riconoscerle
Per anni si è creduto che la cannabis coltivata indoor fosse superiore a quella coltivata all’aperto proprio per il maggior controllo sulla pianta, ma si tratta di una leggenda metropolitana: la qualità non si basa infatti solo sulla fonte di luce o sul controllo, ma su un insieme di fattori (dalla raccolta all’essiccazione) e, soprattutto, dal gusto personale.
Gli appassionati e gli esperti sanno distinguere tra una pianta coltivata con luce naturale e una coltivata con luce artificiale, ma per chi si è da poco avvicinato al mondo a cinque punte le differenze non sono così evidenti. Imparare a riconoscerle non rende solo più esperti, ma rende anche più semplice identificare la varietà che si preferisce, facendo scelte e acquisti più consapevoli.
Ecco quali sono le tre principali differenze.
Le dimensioni
In linea di massima, le foglie e le infiorescenze della cannabis coltivata al sole sono solitamente più grandi di quelle cresciute su piante coltivate indoor. Questo perché la fonte di luce naturale durante il giorno si sposta e cambia di intensità, mentre la luce indoor è fissa e stabile, portando così alla nascita di cime più piccole, ma più dense, rispetto a quelle della cannabis coltivata all’aperto.
La densità dei tricomi
Come si diceva, le cime della cannabis coltivata indoor sono più dense, questo perché la pianta viene coltivata più vicino alla fonte di luce e in un ambiente controllato, producendo così cime più piccole, ma con tricomi densi. Per questo motivo è facile vedere cime indoor ricche di tricomi, ma scarse di materiale vegetale come rami e foglie.
Il colore
Uno dei modi più semplici per distinguere la cannabis cresciuta con luce naturale da quella cresciuta con luce artificiale è il colore, perché la prima è solitamente più scura. La cannabis coltivata indoor, invece, ha colori più chiari e brillanti e questo vale sia per le foglie che per le infiorescenze.
Ora che conosci tutte le differenze, non ti resta che scegliere quella più adatta a te.