Spinello: dalle origini ad oggi

Spinello: dalle origini ad oggi

Lo spinello è il metodo di assunzione più comune e diffuso tra chi decide di fumare erba. Pratico ed economico, il suo utilizzo affonda le radici nel Centro America del Diciannovesimo secolo e ha attraversato decenni, mode e tendenze prima di arrivare fino a noi. Ecco la storia in pillole dello spinello, dall’800 a oggi. 

Storia ed evoluzione dello spinello

Usata fin dal 2700 a.C. per le sue numerose proprietà medicinali e terapeutiche, la cannabis veniva inizialmente fumata grazie all’utilizzo di pipe e narghilè. Questa tradizione andò avanti per secoli, finché, nell’Ottocento, lo spinello non fece la sua comparsa in Centro America. 

Anche se la pratica potrebbe essere più antica, il primo utilizzo documentato di uno spinello risale infatti alla metà del Diciannovesimo secolo, quando, dopo aver visitato alcune campagne messicane, un farmacista dell’Università di Guadalajara portò alla luce una particolare abitudine degli agricoltori locali: quella di aggiungere un po’ di marijuana all’interno delle normali sigarette.

I primi spinelli, che quindi mescolavano la cannabis al tabacco, furono ben presto d’ispirazione per numerosi trattamenti medici in tutto il mondo. Il merito, in questo caso, fu di un articolo pubblicato sul The Boston Medical and Surgical Journal, considerata una delle più importanti riviste di medicina generale al mondo e oggi edita dalla Massachusetts Medical Society con il titolo di The New England Journal of Medicine. La rivista, infatti, poco dopo la scoperta messicana, suggerì di trattare i problemi respiratori attraverso miscele di cannabis e altri principi attivi e sostanze naturali contribuendo così alla diffusione dello spinello.

Grazie al suggerimento della comunità medico-scientifica e alla sua semplicità di preparazione e utilizzo, lo spinello superò pipe e narghilè diventando in tutto il mondo il principale metodo di assunzione della cannabis.

L’uso dello spinello nel Novecento

Il consumo di marijuana attraverso spinello subì una prima accelerazione negli anni Venti del Novecento, ossia durante il Proibizionismo, quando negli Stati Uniti era vietato il consumo di alcol, ma non quello della cannabis. La moda, all’epoca, era legata soprattutto al mondo del Jazz e ai suoi musicisti, che durante le tournée erano soliti fumare quelle che sono passate alla storia come le “sigarette jazz”. 

Nonostante questa prima ondata, la diffusione aumentò esponenzialmente solo a partire dagli anni Sessanta, quando lo spinello diventò un simbolo delle neonate rivoluzioni culturali mosse in particolare dai movimenti di controcultura giovanile, quello degli hippie in primis. Il tutto avvenne nonostante le leggi che, nello stesso decennio, decretarono l’illegalità della cannabis, leggi che oggi stanno lentamente mutando in favore della legalizzazione federale. 

Spinello: cosa è cambiato oggi

Oggi lo spinello si riconferma uno dei metodi più diffusi per fumare erba: pratico, veloce e discreto, nonché adatto anche ai meno esperti.

Tra i numerosi punti di forza anche il fattore economico. Lo spinello, infatti, a differenza di altri metodi per l’assunzione di marijuana, come per esempio il consumo attraverso vaporizzatore, non necessita di particolari strumenti per essere preparato e fumato rivelandosi quindi anche una delle soluzioni meno costose. Tutto ciò che serve sono, oltre alla cannabis, le cartine e i filtri, largamente disponibili sul mercato e utilizzati anche per le normali sigarette.

Dopo gli anni Sessanta, il consumo di spinelli è stato stigmatizzato, ma con le nuove decisioni prese dall’Unione Europea a fine 2020, che hanno permesso di eliminare la marijuana dalla Tabella IV della Convenzione Unica degli stupefacenti, la situazione potrebbe presto cambiare anche nel Vecchio Continente.

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