Vaporizzazione: cos’è e come funziona

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La vaporizzazione, quando si parla di cannabis, è una delle alternative più diffuse al fumare tramite combustione e una delle più salutari dal punto di vista dell’apparato respiratorio. Vaporizzando, infatti, l’erba non viene bruciata, ma scaldata, e non viene inalato fumo, ma solo vapore acqueo.

Si fa presto, però, a parlare di vaporizzazione. La realtà è che non esiste un unico metodo, ma in commercio sono disponibili vaporizzatori basati su principi differenti: a conduzione e a convenzione. Facciamo un po’ di chiarezza. 

Conduzione o convezione: le differenze

Quando si parla di vaporizzatori a conduzione, si parla di strumenti che permettono di scaldare l’erba attraverso il contatto con la superficie calda, un po’ come accade in cucina con pentole e padelle.

Quando si utilizzano questi strumenti, quindi, la fonte di calore e la cannabis sono in contatto diretto ed è proprio per questo motivo che più la camera del vaporizzatore sarà piena, migliore e più uniforme sarà la distribuzione del calore. Ultimo, ma non meno importante, la macinazione della cannabis, che renderà più efficace l’intero processo.

Nei vaporizzatori a convezione, invece, la cannabis non viene scaldata attraverso il contatto diretto con le pareti dello strumento, ma attraverso il passaggio dell’aria calda generata da una fonte di calore posizionata più in basso. In questi strumenti, infatti, l’erba è solitamente appoggiata su una grata o su un filtro e non c’è un contatto diretto con la sorgente di calore. 

È proprio il suo particolare funzionamento a garantire una qualità più elevata del vapore, una caratteristica che, però, causa spesso dei prezzi di mercato più elevati. 

A differenza dei vaporizzatori a conduzione, in questo caso è sconsigliato tritare o macinare la cannabis, mentre è buona pratica comprimerla sul filtro in modo che l’aria, facendo più fatica durante il passaggio, possa far emergere tutte le caratteristiche della sostanza, sottolineando gusto e aroma.

I vaporizzatori ibridi

Oggi in commercio non esistono più solo strumenti a conduzione e a convezione, ma anche vaporizzatori ibridi. Da una parte questa soluzione permette di godere della qualità e del gusto del vapore come accade per quelli a convezione, dall’altra sono più semplici da utilizzare, come quelli a conduzione. I metodi di riscaldamento possono variare da modello a modello. 

Vaporizzatore: come funziona e come scegliere il migliore

Ogni vaporizzatore, quindi, funziona in maniera differente a seconda del principio sul quale si basa e sul modo in cui fonte di calore e cannabis interagiscono tra di loro.

Più semplici e pratici, i vaporizzatori a conduzione sono consigliati per i principianti o per chi prevede di consumare la sostanza in gruppo. I vaporizzatori a convezione, invece, rendono l’inalazione più impegnativa, ma più appagante a livello olfattivo e gustativo e questo li rende strumenti più adatti a esperti e appassionati.

Sul mercato esistono marche e modelli differenti in grado di soddisfare ogni esigenza e di venire incontro al livello di esperienza di ogni consumatore. Per scegliere il migliore è importante avere le idee chiare e porsi alcune domande: che cosa si intende vaporizzare, qual è il budget a disposizione, come e dove verrà utilizzato (ne esistono infatti portatili e da tavolo), se si preferisce puntare su un vaporizzatore a conduzione o su uno a convezione. 

Un modo sicuro e pulito

Proprio per la mancanza del fumo, sostituito dal vapore, la vaporizzazione è una valida e più sana alternativa quando si parla di fumare erba. Quando si utilizzano i vaporizzatori, infatti, non vi è combustione, uno dei processi alla base della creazione di tossine e sostanze dannose per il corpo umano. 

La vaporizzazione, inoltre, è da molti considerata un’alternativa più pulita e pratica, purché gli strumenti utilizzati vengano regolarmente puliti, liberandoli da residui ed eventuali impurità che non solo andrebbero a intaccare la sessione successiva, ma anche la propria salute.

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