In Svizzera nel 2022 verrà lanciato il progetto pilota di legalizzazione della cannabis

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La Svizzera ha annunciato il lancio di un progetto pilota di tre anni e mezzo per dare il via a una sperimentazione sulla cannabis ricreativa e, di conseguenza, per sviluppare una industria collegata al settore che potrebbe rivoluzionare l’intera Europa. A fare da apripista sarà la città di Zurigo. Ecco di cosa si tratta e i possibili risvolti a livello continentale. 

Il “Zuri Can”: il progetto pilota di Zurigo

Sarà chiamato “Zuri Can” il progetto pilota che coinvolgerà la città di Zurigo e che avrà inizio nell’autunno del 2022. Il progetto, che includerà numerosi prodotti, diversi per finalità e per contenuto di THC e CBD, sarà supervisionato dall’Ospedale Psichiatrico dell’Università di Zurigo e coinvolgerà i produttori locali che, per farne parte, dovranno ottenere un permesso di produzione dall’Ufficio federale della sanità pubblica per garantire gli standard di qualità della cannabis. 

Il progetto è uno dei risultati delle modifiche legislative apportate alla normativa del Paese tra il 2020 e il 2021, quando la Commissione Sanitaria Svizzera della Camera e il Consiglio Nazionale Svizzero si sono riuniti per la votazione sulla legalizzazione pilota della cannabis. La storica votazione, avvenuta il 30 aprile 2021, ha portato al via libera della proposta con 13 voti a favore, 11 contrari e un’astensione ed è andata ad affiancare le normative già in vigore che consentivano la vendita e la coltivazione in casa di cannabis light depotenziata, ossia con un contenuto di THC inferiore all’1%.

Duplice l’obiettivo del Zuri Can: da una parte consentire alle città svizzere di creare i propri mercati di cannabis, dall’altra comprendere le dinamiche del mercato legale e capire come impostarlo e sfruttarlo per contrastare quello illegale. Il tutto si svilupperà attraverso studi con focus socio-economico sull’effetto dei nuovi mercati che si andranno a creare, considerando quindi anche l’impatto sulla società e sui cittadini analizzando i dati di consumo. Traguardo finale, tra quattro anni, la creazione di un mercato ricreativo nazionale, con licenza federale, il secondo in Europa dopo quello olandese, almeno allo stato attuale delle cose. Oltre a Zurigo, le sperimentazioni nei prossimi tre anni e mezzo sono previste anche a Basilea, Berna, Bienne e Ginevra.

I risvolti europei del progetto pilota svizzero

Il progetto pilota svizzero prevede che l’unica cannabis consentita nell’ambito della sperimentazione sia coltivata all’interno dei confini nazionali e sia certificata “biologica”. Questa scelta, a seconda dei risultati del progetto, potrebbe potenzialmente creare una linea guida che potrebbe essere presa come esempio e applicata anche in altri Paesi europei cambiando così l’intero settore della coltivazione a livello non solo continentale, ma anche globale, soprattutto in un contesto nel quale il dibattito sul tema non si è mai esaurito.

Il requisito svizzero che la cannabis derivi da una coltura biologica e nazionale, infatti, potrebbe nel tempo trasformarsi in uno standard internazionale valido per tutta la cannabis coltivata in Europa, andando così a incentivare i mercati nazionali e a creare un’unica certificazione valida a livello europeo, che attualmente non esiste. 

La cannabis in Svizzera: la situazione attuale

Secondo le stime e gli studi condotti dall’Ufficio Federale Svizzero della Salute Pubblica (UFSP), nel Paese ci sono circa 500mila consumatori adulti di cannabis o di prodotti derivati dalla cannabis.

In quest’ottica, quindi, agli obiettivi già esplicitati se ne aggiunge un altro: consentire a queste persone di uscire dall’illegalità e garantire loro maggiori certezze dal punto di vista della salute grazie a una filiera controllata e monitorata a livello statale.

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