Amazon vuole la legalizzazione della cannabis

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In queste settimane, Amazon sta sostenendo un disegno di legge guidato dai repubblicani per legalizzare, tassare e regolamentare a livello federale la cannabis. Ecco tutti i dettagli. 

Amazon a sostegno del nuovo disegno di legge sulla legalizzazione, tassazione e regolamentazione della cannabis

L’entrata del gigante dell’e-commerce nel mondo della cannabis risale al 1 giugno 2021, quando il colosso guidato da Jeff Bezos è diventato la più grande e diffusa azienda al mondo a sostenere il democratico MORE Act e la fine del proibizionismo federale legato alla cannabis negli Stati Uniti, il tutto partendo dalle politiche interne dell’azienda

“Oltre a modificare la nostra politica sulle attività di riposo, stiamo adeguando la nostra politica sui test antidroga. In passato, come molti datori di lavoro, abbiamo dequalificato il personale in Amazon nel caso fosse risultato positivo all’uso di cannabis. Tuttavia, dato che le leggi statali statunitensi si stanno evolvendo, abbiamo deciso di cambiare rotta. Non includeremo più la cannabis nel nostro programma completo di screening antidroga per qualsiasi posizione non regolamentata dal Dipartimento dei trasporti e la tratteremo, invece, come l’uso di alcol”, si leggeva nel comunicato stampa rilasciato il 2 giugno.

A fine gennaio 2022, a meno di un anno di distanza, il secondo più grande datore di lavoro privato negli Stati Uniti ha deciso di confermare ancora una volta la sua posizione sul tema e di sostenere un disegno di legge guidato, questa volta, dai repubblicani per legalizzare, tassare e regolamentare a livello federale la cannabis: lo States Reform Act, presentato dalla rappresentante Nancy Mace (RSC) lo scorso novembre. 

La proposta repubblicana per la legalizzazione della cannabis

Il passaggio dall’approvazione di una proposta democratica a quella repubblicana è presto spiegato: negli Stati Uniti, attualmente, c’è scetticismo sul fatto che i progetti di legge sulla legalizzazione a guida democratica, incluso il Marijuana Opportunity, Reinvestment and Expungement Act (MORE), possano essere approvati senza il via libera ufficiale della controparte repubblicana. Se l’obiettivo è la legalizzazione, quindi, anche una proposta più conservatrice potrebbe essere una buona soluzione per iniziare a cambiare le cose nel Paese. 

La legislazione di Mace, in particolare, nasce come un tentativo per colmare il divario sulla politica federale sulla cannabis e lo fa incorporando alcune disposizioni di equità a livello statale e federale, puntando sulla depenalizzazione e imponendo un’accisa, le cui entrate sosterrebbero il reinvestimento della comunità, le forze dell’ordine e le attività di Small Business Administration (SBA). Il disegno di legge della deputata repubblicana ha già il sostegno dell’influente gruppo conservatore sostenuto da Koch Americans for Prosperity.

“Come tanti in questo paese, crediamo che sia giunto il momento di riformare la politica nazionale sulla cannabis e Amazon si impegna ad aiutare a guidare lo sforzo”, ha affermato la società. 

Perché Amazon vuole legalizzare la cannabis

A intervenire sull’annuncio dato da Amazon anche la stessa Nancy Mace, che ha specificato che l’azienda non è, al momento, interessata a vendere cannabis, ma solo a sostenere la riforma a fini sociali e di assunzione.

La nuova politica, infatti, potrebbe portare a un aumento delle assunzioni pari al 10%, perché ripristinerebbe l’idoneità al lavoro di tutte quelle persone (ex-dipendenti compresi) che per politiche federali o statali erano state punite per essere risultate positive al THC.  

Soprattutto, come evidenziato anche dai dati sui test antidroga, è difficile attuare un programma di test sulla cannabis pre-assunzione equo, coerente e nazionale, perché tali test hanno un impatto sproporzionato sulle persone di colore e sulle minoranze e fungono quindi da barriera all’occupazione. Il via libera della legalizzazione negli Stati Uniti potrebbe portare lati positivi anche su questo fronte.

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