In Commissione Giustizia è stato adottato il testo base sull’autoproduzione di cannabis. Con questo primo passo è quindi ufficialmente partito l’iter per arrivare alla legge vera e propria sulla coltivazione domestica.
L’iter che ha portato all’adozione del testo
Dopo anni di lotte e di dibattiti, finalmente in Commissione Giustizia si parla concretamente di una normativa sull’autoproduzione di cannabis. Tre le posizioni che hanno posto le basi per la proposta di legge, di cui due a favore e una contraria. Tra le prime ci sono quella firmata da Caterina Licatini, Movimento 5 Stelle, che aveva come primo obiettivo l’allineamento della legislazione attuale alle più recenti sentenze della Corte di Cassazione in tema cannabis; e quella del deputato Riccardo Magi, rappresentante di +Europa, che, partendo da una base comune, puntava invece soprattutto all’introduzione di pene ridotte e alla decriminalizzazione della coltivazione domestica. Contraria, invece, la posizione del deputato leghista Riccardo Molinari.
Dopo le prime proposte, il 14 luglio scorso in Commissione Giustizia è stato depositato il testo unificato per la legge relativa alla legalizzazione dell’autoproduzione della cannabis, ma ora, con il via libera del testo base, si fa un ulteriore passo in avanti.
L’adozione del testo base sull’autoprodozione di cannabis
L’8 settembre scorso, infatti, la Commissione Giustizia ha adottato il testo base sulla coltivazione domestica della cannabis che ha visto favorevoli il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, Liberi e Uguali, Gruppo Misto e +Europa, mentre tra i contrari figurano Fratelli D’Italia, Lega, Coraggio Italia e Forza Italia — a esclusione del deputato Elio Vito, che si è espresso a favore —; astenuto, infine, il partito Italia Viva.
Superato questo passaggio, che è stato anticipato da un nulla di fatto nel mese di agosto, ora il testo dovrà passare alla fase degli emendamenti, che dovranno a loro volta essere presentati dai parlamentari prima dell’adozione del testo finale da inviare alle Camere.
L’adozione del testo base, dunque, non equivale alla legalizzazione ufficiale della coltivazione domestica della cannabis, ma al via libera per proseguire l’iter burocratico che potrebbe portare al raggiungimento di quello scopo. Solo dopo l’approvazione alle Camere, infatti, la legge può diventare effettiva.
Cosa prevede il testo
Scopo principale della proposta è modificare il Testo unico sugli stupefacenti in vigore dal 1990 (Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, d.P.R. 309/1990), legalizzando la coltivazione domestica per uso personale, riducendo le pene per i reati di lieve entità e, al contrario, aumentarle per i reati gravi. In particolare, il testo prevede 5 articoli e altrettanti obiettivi:
- Depenalizzazione del reato di produzione, detenzione e spaccio (art. 73), per il quale verrebbe introdotta la fattispecie di lieve entità, per punire meno severamente i casi meno gravi;
- Autorizzazione alla coltivazione di 4 piante per uso personale;
- Eliminazione della sanzione amministrativa (art. 75);
- Condanna ai lavori socialmente utili (in alternativa al carcere) nel caso in cui a commettere il reato di spaccio sia una persona tossicodipendente;
- Aumento delle pene per le associazioni a delinquere, nei casi in cui il reato sia commesso nei confronti dei minori e nel caso di reato commesso da chi è in possesso di un’autorizzazione a produrre per fini medici e di ricerca.
La raccolta firme a favore della legalizzazione
E mentre in aula si discute del testo base e ci si avvia verso la legalizzazione dell’autoproduzione e la depenalizzazione, a livello di cittadinanza è iniziata anche la raccolta firme per il referendum lanciata da numerose associazioni e realtà italiane tra cui Meglio Legale, Associazione Luca Coscioni – in campo in questi mesi anche con la raccolta firme a favore dell’eutanasia legale — e Lega Italiana per la Lotta all’AIDS – LILA. La raccolta, dopo aver superato le 330 mila firme in tre giorni, ha segnalo il record storico di 500 mila in una settimana.