Com’è cambiata la genetica della canapa nel tempo

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La Canapa ha saputo portarsi nel tempo, modificando negli anni le sue genetiche. In America, la parola “genetica” viene detta “strain” e va a definire la costituzione della pianta, in base alla coltivazione e alle caratteristiche che le sono proprie.

Che senso ha, oggi, andare a capire come si sono modificate le genetiche della canapa nel tempo? Beh, di certo questo è un approfondimento doveroso, soprattutto nel momento in cui si è attenti consumatori e consumatrici.

Conoscere le genetiche della cannabis significa aumentare la consapevolezza a riguardo, e saper scegliere al meglio per sé, in termini di consumo. Partiamo quindi con questo viaggio di conoscenza capillare di quelle genetiche che hanno per sempre riscritto il destino della cannabis.

Il fattore climatico in relazione alla genetica della cannabis

Spesso e volentieri, gli amanti della cannabis, sono molto attenti al desiderio di una qualità buona, ma non sano quali possono essere le informazioni da tenere ben presente, per cogliere fin da subito la sostanziale differenza tra una buona produzione di cannabis, e una che tale non è.

Chi ama il suo utilizzo, potrebbe non badare all’importanza del fattore climatico e delle zone di coltivazione. Chi ama invece anche la coltivazione stessa della cannabis ha ben presente che la coltivazione, in termini di geografia, ed il clima, sono quelle variabili che cambiano in modo decisivo la genetica della canapa.

Indigena o adattata all’ambiente impervio?

La canapa può essere “indigena”, e può invece essere inserita all’interno di un lungo processo di adattamento, anche alle zone più impervie. Va da sé che, si tratta di due situazioni di partenza completamente diverse.

Negli anni ’70, ad esempio, la cannabis utilizzata in particolar modo dalle comunità hippies era per lo più derivante da zone in cui la coltivazione non era eccellente. Proprio per questo motivo, la cannabis di allora era decisamente leggera, e di bassa qualità.

Oggi, invece, grazie alla crescente consapevolezza, anche in fatto di coltivazione, questi errori vengono sempre meno commessi; quindi, la genetica della cannabis ha modo di sfruttare completamente tutte le qualità del terreno.

Oggi, invece, grazie alla crescente consapevolezza, anche in fatto di coltivazione, questi errori vengono sempre meno commessi; quindi, la genetica della cannabis ha modo di sfruttare completamente tutte le qualità del terreno.

Terreno e clima sono quei fattori che vanno a riscrivere completamente la genetica della cannabis. Le condizioni climatiche insomma sono parte del risultato finale di qualità.

La selezione delle migliori piante di cannabis

Oggi, la coltivazione della cannabis è cambiata in modo sostanziale, e quindi sono cambiate anche le genetiche delle più recenti tipologie di cannabis. Anche se alcune tipologie puntano a riprodurre le cannabis degli anni ’70, come quelle più aromatizzate, allo stesso tempo è vero che sono cambiate radicalmente le cure dedicate al terreno.

La selezione delle migliori piante di cannabis è il punto di partenza per una buona genetica, dall’inizio alla fine della filiera. Infatti, le piante che vengono scelte sono quelle che, più di tutte, sanno resistere agli attacchi della muffa.

Ancora, grazie alla perfetta selezione delle piante di cannabis, è possibile impiegare fin da subito quelle piante che hanno un’ottima tolleranza ai periodi di siccità. Le migliori condizioni inziali, da parte delle piante stesse, forniscono le basi di un prodotto che saprà conservare il quantitativo di CBD necessario per una canapa di alta qualità.

All’inizio, la cannabis era una pianta selvatica

Per intendere il salto evolutivo fatto dalla cannabis stessa, bisogna partire dagli albori della sua storia, e fare un salto di ben 150.000 anni. È infatti in Asia, che si riscontrano le prime tappe di una pianta del tutto spontanea che, allora, non richiedeva grandi cure.

Per intendere il salto evolutivo fatto dalla cannabis stessa, bisogna partire dagli albori della sua storia, e fare un salto di ben 150.000 anni. È infatti in Asia, che si riscontrano le prime tappe di una pianta del tutto spontanea che, allora, non richiedeva grandi cure.

Le prime genetiche nacquero piuttosto in concomitanza dei grandi sviluppi ed utilizzi della canapa stessa. Con le rotte nate dalla diffusione della canapa stessa, il problema divenne quello di rendere sostenibile la coltivazione, anche in zone dove la stessa canapa non aveva le medesime possibilità di vita.

Per questa ragione, nel corso dei secoli, iniziarono i primi esperimenti naturali, volti a potenziare la genetica della pianta, al fine di rendere facile il suo innesto anche sui terreni più impervi.

La canapa sativa fu la prima specie ad essere selezionata, per ottenere tutti le genetiche necessarie al mantenimento delle sue qualità. Questo avvenne soprattutto negli Stati Uniti, e in concomitanza delle grandi guerre dei tempi del ‘900.

La canapa sativa fu la prima specie ad essere selezionata, per ottenere tutti le genetiche necessarie al mantenimento delle sue qualità. Questo avvenne soprattutto negli Stati Uniti, e in concomitanza delle grandi guerre dei tempi del ‘900.

Il grande cambiamento delle genetiche, negli anni ’60

La era esplosione dell’utilizzo di cannabis negli anni ’60 portò le varie produzioni ad una serie di nuove richieste, che diedero il via ad una prima fase di esplorazione delle genetiche della canapa, in modo del tutto nuovo e insperato.

I primi incroci, per ottenere una produzione maggiore di cannabis, avvennero in California. Ecco, quindi, un momento storico da osservare con grande attenzione. I ceppi di canapa di tipo sativa furono allora incrociati con la canapa di tipo nepalese.

Da qui nacquero le prime grandi “star” della canapa, quelle che tra poco andremo a descrivere, e conoscere nel dettaglio. Queste prime ibridazioni, in realtà, furono estremamente grossolane, e non è grazie a queste, che oggi siamo arrivati ad ottenere la canapa chiamata “Haze”.

Dietro una coltre di proibizionismo ed oscurantismo, infatti, sono stati celati tantissimi modi di ibridare le landrace di cannabis. In effetti, visto il periodo di forte proibizionismo, non è semplice andare a ricostruire nel dettaglio la grande sperimentazione di quel periodo.

Quali sono, però, le conoscenze certificate che abbiamo? Un ibrido chiamato Blue Dream è il primo a segnare un grande cambio di passo, in termini di qualità. Questa tipologia di cannabis ibrida arriva da una predominanza di piante indica come la Blueberry e allo stesso tempo come la Haze.

La provenienza di questa Cannabis, che ha certamente segnato il tempo degli anni ’60 è la California, un vero e proprio centro nevralgico della canapa in quegli anni.

Altre tipologie di ibridi e genetiche di cannabis

Zkittlez è il nome di un altro tipo di cannabis la cui origine genetica sembra ammantata da un vero e proprio segreto. I sapori di questa varietà sono considerati semplicemente unici.

L’aroma di bacche fruttate e il gusto unico di questa cannabis la rendono ancora oggi una vera e propria prelibatezza, per tutti coloro che amano il sapore esotico.

Questa tipologia di cannabis è nettamente diversa dalla tipologia genetica della Indica classica, che, a confronto, potrebbe quasi sembrare troppo standard e banale. La genetica di questa tipologia di cannabis consente di apprezzare tutte le note agrumate che essa sa sprigionare.

Proprio perché la sua nascita risale agli anni ’60 del 900 è del tutto oscura la vera serie di ibridazioni che, da allora, l’hanno portata fino ai giorni nostri.

La storia della cannabis Skunk e della Northern Lights

Anche Skunk è una ibridazione proveniente dalla California. Questo ceppo ha cambiato per sempre il modo di coltivare la canapa, negli Stati Uniti, per via di una conseguenza collaterale.

Facile da riprodurre, la canapa di tipo Skunk permise infatti ai coltivatori di andare a produrre grande quantità in modo del tutto autonomo. Questo consentì di avere un ampio approvvigionamento di cannabis nel giro di pochissimo tempo.

Si tratta di un ceppo definibile come “di alta potenza”, da cui, nel tempo sono stati prodotti altri tipi di cannabis, ancora adesso molto apprezzati. Si tratta della tipologia “Super Silver Haze” e della canapa denominata “Cheese”.

Si tratta di un ceppo definibile come “di alta potenza”, da cui, nel tempo sono stati prodotti altri tipi di cannabis, ancora adesso molto apprezzati. Si tratta della tipologia “Super Silver Haze” e della canapa denominata “Cheese”.

Di recente, è stata utilizzata in una nuova composizione genetica, che l’ha vista incrociarsi, alla perfezione, con la salvia landrace di tipo tailandese. La facilità con cui viene coltivata rende ancora oggi questa tipologia estremamente duttile e adattiva a tutte le tipologie climatiche.

Altre genetiche di cannabis: Neville’s haze e Og Kush

Neville’s haze fu una vera e propria scoperta, nel cuore californiano di Santa Cruz, il cui merito va a due fratelli davvero unici. Si tratta infatti della storia dei Haze Brothers, due coltivatori davvero attenti alla tipologia di clima indispensabile per coltivare al meglio questo tipo di cannabis.

Neville’s haze fu una vera e propria scoperta, nel cuore californiano di Santa Cruz, il cui merito va a due fratelli davvero unici. Si tratta infatti della storia dei Haze Brothers, due coltivatori davvero attenti alla tipologia di clima indispensabile per coltivare al meglio questo tipo di cannabis.

Con i fratelli Haze si ebbe inoltre un grande momento di esplorazione e sperimentazione, che portò ad approfondire la stessa Haze, nelle sue infinite possibilità.

Poi, ad un certo punto, gli ibridi di cannabis furono talmente tanti che, la soluzione, fu quella di iniziare ad incrociare gli stessi ibridi tra di loro. Ci spostiamo in questo caso da Santa Cruz per andare a scoprire Og Kush, una varietà di cannabis coltivata nella città di Los Angeles.

All’inizio degli anni 70 questa canapa era per lo più sconosciuta. Ma, nel giro di poco tempo, riuscì a guadagnarsi delle meritate attenzioni, per via della sua qualità, nonostante le varie ibridazioni. Divenne così famosa, da eguagliare anche la famosa Panama Red. E, anche questa, è una storia davvero interessante, che apre l’orizzonte alle possibilità esplorate dagli stessi coltivatori, in termini di genetica.

Non è finita: scopriamo insieme Sour Diesel e Grand Daddy Purple

Dopo tanti anni, trascorsi a favore della salvia di tipo Indica, con Sour Diesel viene riportato al centro del gusto tutto un altro tipo di canapa, ovvero, quella sativa. La cannabis sativa, negli anni, aveva incontrato il favore dei coltivatori in virtù della sua grande espansione, in termini di crescita.

Dalla proliferazione veloce, la indica è sempre stata la preferita proprio per via della sua garanzia, anche in termini di quantità di produzione. La Sour Diesel invertì la tendenza per via del suo forte aroma, che, appunto, riusciva a ricordare quello del Diesel.

Questo ceppo, appartenente alla costa orientale, riscrisse in modo imprevisto tutta la storia del consumo di cannabis, creando una bellissima variazione di panorama.

E che dire invece di Grand Daddy Purlpe? La genetica di questa cannabis, negli anni ’70, la rese una vera e propria alleata dei reduci del Vietnam. Per quale ragione. Questa cannabis aveva un alto tasso di potere curativo, e non pochi utilizzarono tutte le doti della pianta per lenire gli infortuni di guerra.

Certo, venne anche apprezzata per la propria forza e robustezza, in termini di aroma.

Infine, da menzionare: Sour Tzunami

Oggi, la cannabis viene soprattutto apprezzata per il suo alto contenuto di CBD. Questo è il motivo sostanziale per cui, ancora oggi, Sour Tzunami risulta essere una delle cannabis più apprezzate.

Si tratta di una pianta che un alto potere psicoattivo, e che per via dei suoi benefici, ha dimostrato di poter essere ampiamente utilizzata anche per scopi medici.

In effetti, se dovessimo guardare dall’alto tutte queste evoluzioni, potremmo dire che nel tempo, la cannabis, si sia portata sempre di più vicino alla scoperta di un impiego medicinale.

Oggi, per quanto se ne apprezzi di certo l’aroma, sussiste anche una nuova cultura che ha imparato a sfruttare pienamente tutte le proprietà del CBD. Non solo aroma, quindi, al centro dell’attenzione.

La cannabis, attraverso le sue sperimentazioni genetiche, oggi risponde all’esigenza di ritrovare sempre di più il proprio benessere individuale. Se un tempo, quindi, era utilizzata solo come forma di “evasione” o divertimento, oggi attraverso le dinamiche genetiche, si cerca di unire il divertimento al benessere.

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