Anche Apple sostiene la riforma sulla cannabis

Apple

Dopo Amazon, anche Apple sostiene la riforma statunitense sulla cannabis, ma l’annuncio non è avvenuto in modo plateale, come invece era successo con il gigante dell’e-commerce. Ecco tutti i dettagli. 

Apple a sostegno della cannabis  

Nel giugno 2021, Amazon ha condiviso sul proprio sito un comunicato stampa per esprimere il suo sostegno nei confronti delle riforme e della legalizzazione della cannabis. Qualche mese dopo, il gigante di Jeff Bezos ha confermato la sua posizione ancora una volta, appoggiando un disegno di legge guidato dai repubblicani per legalizzare, tassare e regolamentare a livello federale la cannabis.

Mentre il colosso dell’e-commerce gridava al mondo la sua posizione, un’altra grande azienda cambiava silenziosamente le sue politiche a favore della cannabis: Apple

Apple e la cannabis: come cambiano le cose   

Il cambio di rotta intrapreso da Apple è avvenuto quasi in contemporanea a quello di Amazon. A giugno 2021, infatti, l’azienda ha rilasciato le nuove “Linee guida per la revisione dell’App Store“, nelle quali si affermava che le applicazioni dedicate alla vendita e alla consegna di cannabis medica e ricreativa attive negli stati e nelle giurisdizioni dove la cannabis è legale sarebbero state inserite nell’App Store. Due i passaggi del regolamento che menzionano la cannabis: il punto 1.4.3 e il punto 5.1.1. 

“1.4.3 Le app che incoraggiano il consumo di tabacco e prodotti da svapo, droghe illegali o quantità eccessive di alcol non sono consentite sull’App Store. Le app che incoraggiano i minori a consumare una di queste sostanze saranno rifiutate. Non è consentito facilitare la vendita di sostanze controllate (ad eccezione delle farmacie autorizzate e dei dispensari di cannabis autorizzati o altrimenti legali) o del tabacco”. 

“5.1.1 (ix) Le app che forniscono servizi in settori altamente regolamentati (come servizi bancari e finanziari, assistenza sanitaria, gioco d’azzardo, uso legale di cannabis e viaggi aerei) o che richiedono informazioni riservate sull’utente devono essere inviate da una persona giuridica che fornisce i servizi e non da un singolo sviluppatore. Le app che facilitano la vendita legale di cannabis devono essere geograficamente limitate alla giurisdizione legale corrispondente”.

Con la nuova posizione presa dal gigante di Cupertino si assiste quindi a una seconda rivoluzione che potrebbe realmente dare il via a tanti altri grandi e piccoli cambiamenti e che potrebbe modificare il punto di vista del settore tecnologico nel quale, per anni, le grandi aziende hanno sempre rifiutato di riconoscere la legalità della cannabis terapeutica e ricreativa, in primis Facebook e Google. 

Il passo, a dir poco monumentale non solo per l’azienda ma anche per i settori della cannabis e dei giganti del tech, è arrivato in un momento di fermento e di cambiamento negli Stati Uniti. 

La posizione di Cupertino e il contesto statunitense

L’opinione pubblica statunitense, infatti, si sta spostando rapidamente e drammaticamente a favore della legalizzazione della cannabis. Secondo un recente sondaggio condotto da Gallup, società di analisi e consulenza americana con sede a Washington, infatti, negli Stati Uniti il 68% degli elettori americani sostiene una qualche forma di legalizzazione. A questo si aggiunge l’azione politica, con la recente presentazione del Cannabis Administration and Opportunity Act da parte del leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer (D-NY), del presidente della commissione finanze del Senato Ron Wyden (D-OR) e del senatore Cory Booker (D-NJ).

In questo contesto, i leader tecnologici come Apple aggiornano la loro politica in modo da riflettere i cambiamenti sociali del Paese in cui agiscono e operano e in questo modo contribuiscono a cambiare anche il punto di vista della popolazione. Inoltre, “in qualità di azienda fintech all’avanguardia nello sviluppo sia della cannabis che della vendita al dettaglio, le modifiche alle politiche di Apple rappresentano un cambiamento monumentale nel modo in cui la nostra società effettua le transazioni mobili“, ha affermato Adair Lion, Co-fondatore e CMO della fintech statunitense Artis IQ, che già fornisce innovazione e nuove soluzioni tecnologiche e di pagamento all’industria della cannabis.