Anche cannabis e referendum sono stati invasi dalle fake news, le cosiddette bufale che sul web trovano spazio e carburante per diffondersi a vista d’occhio e che sono state messe in circolazione da chi, al referendum e alla legalizzazione, è contrario. Ecco come smentire le principali, una per una.
Il referendum sulla cannabis e le fake news
Dopo che il 28 ottobre 2021 in Corte di Cassazione sono state depositate le 630 mila firme raccolte a favore della legalizzazione — storico il risultato raggiunto di 500 mila firme raccolte a una settimana dal lancio —, online hanno iniziato a circolare con maggiore insistenza fake news sul tema. Anche per questo, Marco Perduca, dell’Associazione Luca Coscioni e presidente del Comitato promotore, ha insistito sull’importanza del “promuovere dibattiti di approfondimento per fare informazione sulla base di fatti e per aprire a un dialogo con scettici e contrari in vista del voto nella prossima primavera”.
Ma quali sono le principali fake news che circolano sulla cannabis e sul referendum? Eccone alcune e come smontarle.
La legalizzazione non ridurrà il mercato illegale: falso
Al momento, la cannabis è la sostanza più diffusa sul mercato illegale e rappresenta ben il 96% dei quantitativi sequestrati dalle forze dell’ordine. Secondo la relazione annuale del Parlamento sulle tossicodipendenze del 2021, inoltre, attualmente il mercato illegale ha in totale un valore di 16,2 miliardi di euro, di cui 6,3 miliardi ricavati dalla sola cannabis. La legalizzazione toglierebbe quindi un’importante fetta di mercato al commercio illegale.
Non esiste differenza tra droghe leggere e pesanti: falso
La differenza tra droghe leggere e pesanti esiste e si basa su studi e ricerche internazionali ed è proprio grazie alla letteratura scientifica e alle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) — che hanno dimostrato come la cannabis sia meno pericolosa rispetto ad altre tipologie di droga e sia utile dal punto di vista terapeutico — che la Commissione delle Nazioni Unite ha eliminato, dopo 60 anni, la cannabis dalla Tabella IV della Convenzione Unica degli stupefacenti.
Dopo la cannabis si legalizzeranno anche le droghe pesanti: falso
Depenalizzare e regolamentare il consumo di cannabis non porterà alla legalizzazione delle droghe pesanti proprio per le differenze sostanziali tra le due. Inoltre, lo stesso sito dedicato alla raccolta firme è stato molto esplicito in merito, affermando che “la detenzione di piante, foglie e fiori a fini di spaccio e le attività di fabbricazione, estrazione e raffinazione, necessarie ad esempio alla cocaina e l’eroina, continuano ad essere punite”.
La legalizzazione aumenterà il consumo tra i giovani: falso
Questa volta i dati per smentire la fake news sulla cannabis arrivano dalle esperienze dirette dei Paesi che l’hanno già legalizzata. Negli Stati Uniti, infatti, la legalizzazione sia per uso terapeutico che per uso ricreativo ha contribuito alla riduzione del consumo da parte degli adolescenti; ne avevamo parlato in maniera più approfondita nel nostro articolo dedicato. Simili i dati del Portogallo, che, dopo la decriminalizzazione della sostanza nel 2001, ha registrato la più bassa percentuale di giovani consumatori: 14%. In Italia, attualmente, la percentuale è del 28%.
La cannabis è una droga di passaggio: falso
Secondo molti il consumo di cannabis non è mai fine a se stesso, ma è un primo passo verso l’utilizzo di droghe più pesanti. L’affermazione è però smentita da tempo: molti studi, infatti, dimostrano che l’usare frequentemente cannabis in realtà è inversamente correlato all’uso di altre sostanze. Inoltre, pochissimi dei 20 milioni di italiani che hanno usato cannabis nella vita sono poi passati all’eroina.
Con la legalizzazione aumenteranno i costi sanitari: falso
Non solo questa notizia è falsa, ma afferma l’esatto contrario di quanto affermano le previsioni e gli studi. Con la legalizzazione, infatti, i maggiori controlli sulla cannabis porterebbero a un prodotto più salubre per il corpo umano rispetto a quello commercializzato attualmente a livello illegale, che aggira i controlli sanitari e spesso presenta sostanze nocive portando i consumatori al ricovero.
Il referendum promuove la cultura dello sballo: falso
Il referendum chiede solamente che il mercato della cannabis venga trattato come quello (legale) dell’alcol e delle sigarette. “Qui non si tratta di promuovere o meno certi tipi di comportamenti, ma si tratta di riconoscere che il consumo di cannabis è un fenomeno che esiste e che va trattato con serietà e responsabilità come fenomeno sociale, e non represso con la legge penale”, si legge su Referendumcannabis.it.
Si potrà guidare strafatti: falso
Il referendum punta alla depenalizzazione del possesso. Se vincerà il sì, infatti, non sarà più prevista la sospensione della patente in caso si venga trovati con piccole quantità per uso personale. La guida in stato di alterazione, invece continuerebbe a essere sanzionata penalmente dall’art. 187 del Codice della Strada.
La cannabis crea buchi nel cervello: falso
“La cannabis ha sicuramente effetti psicoattivi, in particolare grazie alla presenza del THC, e non si possono certo escludere variazioni della funzionalità dei neuroni dovuta al suo uso. Ma da alcuni anni gli scienziati stanno cercando di trovare prove dei famosi ‘buchi del cervello’ senza particolare successo”, si legge su Referendumcannabis.it. Inoltre, non sono mai stati dimostrati la riduzione del quoziente di intelligenza né danni alle funzioni esecutive o la riduzione delle performance educative.
La cannabis di oggi è più potente di qualche decennio fa: falso
Oggi la cannabis, grazie alle moderne tecniche di coltivazione indoor e alla selezione genetica, può raggiungere percentuali superiori di THC rispetto ad anni fa, ma non tutta quella che circola raggiunge questi picchi. Inoltre, legalizzarla significherebbe avere anche sostanze certificate e controllate e, di conseguenza, più sicure.