La legge italiana ha finalmente permesso di coltivare canapa. Una pianta versatile che si presta a molti utilizzi. Secondo una ricerca della società londinese Prohibition Partners, condotto qualche anno fa, il mercato della canapa ha un potenziale pari a 30 miliardi di euro nei prossimi dieci anni. Anche il mercato della cannabis Italia è in forte espansione che attira sempre più investitori e che, in qualche modo, è incentivato e sostenuto anche dal Governo.
La canapa infatti è una pianta utilizzabile in mille modi diversi. É fonte di energia rinnovabile, prodotta e commercializzata per le fibre pregiate e per i suoi semi, dai quali è possibile ottenere olio e farina. É impiegata efficacemente nella bio edilizia ed è una delle principali amiche dell’ambiente. Infatti la pianta di cannabis è in grado di assorbire quattro volte il quantitativo di CO2, in fase di crescita, rispetto agli altri alberi. Questo significa che durante la sua coltivazione, assorbe più anidride carbonica di quanta ne venga prodotta dalla lavorazione della stessa.
Cannabis Italia: incentivi statali
Visto gli innumerevoli punti a proprio vantaggio, il mercato della canapa è sostenuto ed incentivato dallo Stato. La legge di riferimento rimane sempre la n° 242/2016, che cita:
“Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, compatibilmente con la normativa europea in materia di aiuti di Stato, destina annualmente una quota delle risorse disponibili a valere sui piani nazionali di settore di propria competenza, nel limite massimo di 700.000 euro, per favorire il miglioramento delle condizioni di produzione e trasformazione nel settore della canapa”.
L’incentivo è riconosciuto per i primi tre anni, poi a scalare negli anni successivi.
Cannabis Italia: Registro Europeo delle Sementi e MIPAAF
La coltivazione legale di cannabis in Italia è possibile dal 14 gennaio del 2017. Il Registro Europeo delle Sementi ne stabilisce le varietà coltivabili, mentre il MIPAAF regola la procedura per la sua coltivazione dall’8 maggio 2002.
In Italia è possibile coltivare solo varietà dal contenuto di THC inferiore allo 0,2%. Nel Registro Europeo delle Sementi sono indicate le varietà coltivabili. Scontrini e ricevute di acquisto delle sementi devono essere conservate per almeno 12 mesi. In caso di coltivazioni dal contenuto superiore di THC allo 0,6%, le piantagioni possono essere distrutte.
Per quanto riguarda le varietà di cannabis coltivabile in Italia, si possono, ad esempio, piantare le varietà dioiche come la Carmagnola e la CS. La scelta delle varietà è da fare tenendo conto delle condizioni climatiche e quelle del terreno adibito alle coltivazioni. Ad esempio per i climi freddi e piovosi del nord potrebbe andare bene una varietà monoica, mentre per un clima più caldo e secco del sud, andrebbero bene varietà come la Futura 75 o la Felina 32. MA ne esistono veramente moltissime: Finola (canapa finlandese), Santhica, Kompolti o Antal e tante altre varietà di canapa sativa. Si possono coltivare per i fini previsti dalla legge solo ed esclusivamente le varietà contenute e certificate dal registro delle sementi dell’Unione Europea.
Cannabis Italia ad uso industriale
Non è precisato da nessuna parte il numero minimo o massimo di piante coltivabili ad uso industriale. A livello di superficie, il presidente di Toscanapa, Cesare Tonfani, suggerisce di avviare una coltivazione industriale di canapa non al di sotto dei 3 ettari. Questo perché se la superficie fosse inferiore, difficilmente i macchinari necessari alla lavorazione potrebbero essere impiegati efficacemente.
Nonostante la pianta di canapa si adatti molto bene a quasi tutte le varie tipologie di terreno, la scelta del suolo è molto importante. I terreni alluvionali sono tra i suoi preferiti. Anche se posizionati al di sopra di 1500 metri vanno comunque benissimo, perché la canapa non teme le gelate. Il ristagno dell’acqua invece è un problema. l’acqua che stagna porta la pianta a diventare gialla e a smettere di crescere. Meglio quindi terreni fertili e privi di ristagni e che non siano mai stati trattati con diserbanti. Di conseguenza anche il tasso di umidità deve essere ben equilibrato.
In Italia è possibile, ad esempio, scegliere di coltivare canapa sui terreni destinati all’orzo o al grano, con un rapporto di circa 50 kg di semi per ogni ettaro di terreno.
Il periodo migliore per la sua coltivazione è marzo-aprile. I semi sono sparsi con seminatrici da mais o grano e avviene a circa 15-20 cm di distanza l’uno dall’altro e ad una profondità massima di 2 cm. La raccolta, infine è solitamente eseguita in autunno, tra ottobre e novembre.