Charas: concentrato di cannabis e forma di comunione con Shiva

Charas

Il Charas è un tipo di Hashish prodotto tramite estrazione dalla resina della cannabis light. É praticamente impossibile raccogliere infiorescenze di cannabis o i semi della pianta, senza venire a contatto con la sua resina. Il primo contatto con questa sostanza avvenne quindi per caso, come la maggior parte delle scoperte nella storia dell’umanità. Solo in seguito, quel fortuito contatto, avrebbe preso il nome di charas.

Il Charas rappresenta la forma più antica di concentrato di cannabis mai scoperto. Rappresenta, oggi come in passato, anche il metodo più semplice ed efficace per raccogliere la resina fresca dalle piante, all’apice del loro periodo di fioritura. Ancora oggi alle pendici dell’Himalaya, in Bhutan, in India e in Nepal è l’unico metodo di produzione e raccolta. Questo perché in determinati paesi, dovei livelli di umidità sono troppo alti, è impossibile riuscire nella setacciatura a secco.

Charas e religione induista

L’induismo è una delle religioni maggiormente diffuse al mondo. Una delle più diffuse e una delle più antiche. Oltre ad essere considerata una religione in senso stretto, il suo credo abbraccia una serie molto ampia di correnti di pensiero, devozionali e/o teologico-speculative., oltre che diversi modi di comportarsi, abitudini e credenze varie.

Charas
La cannabis e i suoi derivati, come il charas, hanno da sempre ricoperto un ruolo fondamentale all’interno della religione induista. In special modo per quanto riguarda i seguaci si Shiva e della sua consorte  Parvati. Shiva è il dio denominato “Propizio”, sommo yogi, distruttore e creatore della vita, fonte di infinita saggezza. La consorte Parvati è chiamata “Colei che abita le montagne” ed la dea dell’Amore e della Devozione alla quale si celebra la femminilità, opposto complementare alla tradizione ascetica di Shiva e dei suoi seguaci.

CharasCharas e Sadhu

Per i seguici di Shiva, denominati Sadhu, la pianta di cannabis è sacra, praticano la meditazione e la contemplazione e viaggiano per i paesi di India e Nepal spostandosi da un luogo sacro all’altro. Sono rispettati come santi e la loro austerità è vista in modo ossequioso da tutta la popolazione. Vivono in boschi, foreste, grotte e templi, praticando Yoga.

Gli Sadhu utilizzano il charas come strumento e forma di comunicazione con il Dio Shiva. É loro credenza che il Dio abbia pianto il primo seme di cannabis sull’Himalaya. Gli Sadhu sono soliti mescolare varie spezie, infiorescenza di cannabis ed acqua per realizzare una sorta di tisana di canapa che prende il nome di Bhang, e la combinano con il charas, aggiungendo un po’ di tabacco. Questa miscela è poi fumata con i chillum, utilizzando del tessuto di cotone umido per filtrare il fumo. Prima di fumare il preparato i Sadhu intonano canti in onore di Shiva, come forma di comunione con un livello superiore di esistenza e coscienza.

Charas: Kulu, Parvati e Malana

Il Nord dell’India, lo stato dell’Himachal Pradesh, rappresenta la zona principale e più antica di produzione della cannabis e della charas. Le valli di Kulu, Parvati e Malana, sono il centro di produzione primaria.

Kulu è una valle collocata strategicamente al riparo dal caldo e dalle piogge dei mesi estivi monsonici. Parvati invece è piccole ed isolata e si trova sulla strada che i pellegrini percorrevano per raggiungere il villaggio di Manikaram, dalle famose sorgenti termali. Infine Malana è una valle laterale ed isolata dal resto del mondo. Situata su un altipiano a 3000 metri di altezza, si trova vicino il fiume Malana. Il villaggio è famoso in tutto il mondo per la produzione di charas della varietà “Malana cream”, di qualità eccelsa.

In queste valli sono ancora oggi presenti intere piantagioni di cannabis selvatica, che cresce spontaneamente. In queste piantagioni, la cannabis cresce ad altitudini vertiginose (tra i 2500 e i 3600 metri) e ha potenzialità terapeutiche elevatissime, molto più alte rispetto a quelle coltivate.

La charas ottenuta dalla cannabis selvatica presente in queste piantagioni è stata scoperta dai primi hippie degli anni ‘60 che la chiamarono “jungle”. I campi coltivati invece sono conosciuti come “baguija” e la maggior parte della charas prodotta in queste zone prende lo stesso nome. La jungle è la charas preferita in quel territorio, la cui potenza, sapore e peculiarità sono praticamente irriproducibili.

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