Quando si deve raccogliere la cannabis è importante non lasciare nulla al caso per ottenere il massimo dalle proprie piante e dalle proprie infiorescenze. Ecco tutti i consigli utili per non farsi trovare impreparati e non commettere errori.
Raccogliere la cannabis: tutte le informazioni utili
Innanzitutto, è fondamentale ricordare che per quanto riguarda le tempistiche di fioritura non esiste una regola generale e tutto dipende dalla varietà coltivata e dallo spazio di coltivazione (indoor con luce artificiale o outdoor con luce naturale), per questo è sempre buona norma controllare le confezioni di semi di cannabis, che normalmente riportano tra le informazioni anche i tempi necessari affinché la pianta arrivi a maturazione.
Quando raccogliere la cannabis
Per capire quando le piante sono pronte, invece, un indicatore chiaro e che non lascia spazio a dubbi è la caduta o l’ingiallimento delle foglie, che segnala che la cannabis ha raggiunto la sua crescita massima ed entra nel periodo di senescenza o riposo. A questo si aggiunge la crescita delle cime, che si arresta portando in molti casi alla secchezza delle infiorescenze.
Il metodo più preciso per valutare se la cannabis è pronta per il raccolto o meno è quello che prevede l’utilizzo di un microscopio tascabile per analizzare lo stadio di sviluppo delle ghiandole di resina. Se i tricomi tendono a un colore bianco lattiginoso il momento migliore è giunto, mentre se sono trasparenti sono ancora immaturi; se, infine, tendono all’ambra, vuol dire che il THC inizia a degradarsi e bisogna agire al più presto.
Il lavaggio di radici
Per ottenere il massimo dalle proprie piante è fondamentale eseguire un buon lavaggio di radici prima di raccogliere le cime, azione che va compiuta circa 1 o 2 settimane prima del raccolto. Per farlo è sufficiente interrompere la concimazione e innaffiare con abbondanti quantità d’acqua: questo processo renderà il sapore molto più gradevole e permetterà di eliminare gli accumuli di fertilizzanti, nel caso siano stati utilizzati, e sali minerali.
Una volta completato il lavaggio, è necessario lasciare che la terra, che va scelta con cura, si asciughi per uno o due giorni prima di procedere con il raccolto vero e proprio.
Il taglio ramo per ramo
A meno che le proprie non siano piane di varietà Indica o autofiorenti, è importante ricordare che non bisogna tagliare alla base i fusti principali della pianta. La tecnica migliore, infatti, è il taglio ramo per ramo, dall’alto verso il basso, recidendo ogni rametto vicino al fusto principale, che rimarrà così nel vaso. Le foglie più grandi prive di resina e i rami possono poi essere utilizzati come compost per le prossime coltivazioni o per altre piante della casa.
Solo una volta eliminati questi materiali di scarto si può passare alle infiorescenze appiccicose, ricordandosi di sostenerle a partire dal ramo; le cime, infatti, devono essere maneggiate con cura e toccate il meno possibile.
Per il taglio si possono utilizzare forbici, bisturi, coltelli sterili e guanti in lattice o in vinile per una procedura più attenta e pulita. Nello shop Legal Weed sono disponibili diverse soluzioni relative agli utensili per la coltivazione della cannabis.
L’essiccazione del raccolto
Una volta tagliate le infiorescenze e rimossi eventuali residui di rami o piccole foglie — che possono favorire lo sviluppo di muffe e funghi —, le cime vanno riposte con cura in un sacchetto di carta per procedere con l’essiccazione. Questo processo, inoltre, deve avvenire in un luogo fresco, asciutto e buio — la luce e il calore infatti degradano il THC — per un periodo che spazia dai 10 ai 15 giorni; abbiamo condiviso tante altre informazioni per la conservazione anche nell’articolo dedicato a come si conserva la cannabis.
A questo punto è importante controllare ogni giorno le cime, evitando il contatto diretto, per essere certi che non si stiano formando funghi o muffe. Trascorsi i 15 giorni il gioco è fatto.