I semi di cannabis light sono progettati unicamente con l’intento di produrre delle piante di canapa femmina. Solitamente i semi di cannabis light si sviluppano sia nelle piante di canapa femmine, che in quelle maschio.
Questo processo, come vuole la genetica, viene determinato dai cromosomi di tipo X e Y, che determinano il sesso della pianta.
La femminizzazione, quindi è una procedura che si concentra prevalentemente sulle piante femmina. Questo processo obbliga le piante femmine ad ottenere il polline delle piante maschio, a sua volta necessario per produrre i semi. Quindi questi semi di cannabis, producono delle piante con due cromosomi X.
I semi di cannabis normali tendono, invece, a produrre più individui di tipo maschile rispetto a quello femminile. L’utilizzo dei semi femminilizzati non rappresenta una pratica nuova in orticultura. É utilizzata infatti già da diversi anni, allo scopo di aumentare la crescita della cannabis tradizionale. L’utilizzo di simili semi garantisce che le piante producano solo dei fiori femmina con cromosomi XX.
Il THC dei semi di cannabis light è pari allo 0,2%, ma questo parametro dipende dal metodo di coltivazione e altri fattori non trascurabili per ottenere un ottimo prodotto.
A questo risultato si è arrivati nel tempo. In passato infatti questo lavoro è stato eseguito per ottenere alla fine per ottenere scopi ben diversi da quelli ricreativi attuali. Prima la genetica delle piante di cannabis è stata manipolata per produrre materiali come fibre, biomasse e semi. In seguito le piante di origine Olandese e Americane, sono state selezionate per ottenere delle infiorescenze a scopi ludici. Ciononostante, non si tratta comunque di cannabis terapeutica.
Nonostante l’avanzare della ricerca medico-scientifica, la normativa sulla questione rimane ancora molto lacunosa. La legge infatti non regolamenta ancora in modo chiaro e preciso la vendita delle infiorescenze, citandola solo per uso tecnico o decorativo e collezionistico.
Semi di cannabis light: la produzione dei semi femminizzanti
Sono usate diverse varietà, ora chiamate canapa industriale. Tali varietà erano da tempo presenti nella lista dei semi coltivabili in Italia in quanto contenenti una concentrazione di THC inferiore al limite che impone la legge.
Oltre alla coltivazione delle infiorescenze, questi semi possono essere usati anche per la produzione di cannabis light destinata ad altri settori. Uno di questi è ad esempio quello cosmetico, ma ricordiamo anche quello dell’abbigliamento (ad oggi si producono diversi modelli di scarpe di canapa ad esempio) e tutti gli altri usi che richiedono l’utilizzo della pianta femmina.
I fiori maschi si usano solo per prelevare il polline (per far impollinane le femmine per la produzione del seme). Lo scopo della pianta di cannabis è produrre semi, non fare i fiori. Il fiore è lo strumento che prevale, è vero, ma le infiorescenze non sono fatte impollinare. Infatti se la pianta venisse impollinata, il fiore smetterebbe di crescere e resterebbe relativamente piccolo producendo delle sacche con dei semi. Quindi se il fiore non è impollinato diventa sempre più grande per offrirsi la possibilità di cercare il polline.
In Italia è permessa la coltivazione di 65 diverse specie di piante di cannabis. Il fiore può produrre una quantità variabile di resina a sua volta utile per catturare il polline. La cultura della cannabis sta crescendo molto rapidamente. Si conducono test scientifici all’avanguardia in tutto il mondo e stiamo imparando che ci sono molte cose da scoprire a livello di contenuto di questa magica pianta. Una delle maggiori scoperte della ricerca moderna è stato il secondo cannabinoide con la maggior concentrazione.